domenica 21 gennaio 2007

Lago del Camposecco (2.325) dal Campliccioli (1.352) in valle Antrona

E’ stata una settimana piuttosto difficile e venerdi sera arrivo a casa con un leggero fastidio di gola …. Propoli e aspirina, ma se mi deve venire il raffreddore mi viene lo stesso …. UFFA
Sabato la meta è in Valle Antrona, al Lago di Camposecco, una gita per “buona gamba” …..
Chiedo.
La mia gamba non è mica tanto buona, sono circa 1.000 m di dislivello (1.078 per la precisione, compresi tutti i saliscendi), ma non so la condizione della neve.
Beh, quale modo migliore di saperlo se non andare a vedere?
Sveglia alle 4, alle 5:30 appuntamento e poi via verso Domodossola.
E’ presto, ci fermiamo a bere il caffè prima di salire in valle, una signora cortesissima ce lo prepara con il sorriso: quale modo migliore di iniziare la giornata?
La strada che porta al Lago di Campiccioli è davvero stretta, guai se incontri qualcuno che scende mentre tu sali! La barra è chiusa, ma Marco, che conosce la zona, non si crea problemi, la sposta e via, molto probabilmente è stata chiusa dal vento di ieri.
E che vento!
Troviamo sulla strada di tutto, rami più o meno grossi, perfino la copertura di un camino! Qui ieri deve essere stato davvero l’inferno!
Arriviamo che albeggia, scarponi, foto e poi via verso la meta.
Attraversando la diga un sottile velo di ghiaccio cerca di farci scivolare, attenzione, ci vuole sempre attenzione!
Il guardiano della diga di Campiccioli ci dice che a Camposecco troveremo i suoi colleghi. Bene, memorizzo e via.
Il sentiero inizia subito a salire in mezzo ad un bosco …. beh, ci sono abeti strani, stupendi, fitti fitti e a volte bassi bassi da scambiarli per cespugli! Peccato non essere riuscita a fare foto!
Inizia la neve. Mettiamo le ciaspole. Si continua a salire. Ora costeggiamo un piccolo dirupo con la sotto il torrente e arriviamo su un altipiano che d’estate è pieno di rododendri.
Lo attraversiamo. La neve non è molta, solito disagio di non sapere se quando appoggi il piede la neve reggerà oppure ti fa affondare giù giù giù!
Marco batte la pista tutto il giorno (e …. GRAZIE!!!) e meno male se no col cavolo che arrivavamo su!
Attraversamento del torrente: non avevo mai valutato esattamente cosa significasse. O meglio, in teoria lo so, in pratica è la prima volta. Interessante questione quella di capire se li sotto ci sarà acqua.
E poi: già io sono imbranata ad attraversarli, ve lo immaginate con su le ciaspe????
Passato pure quello, pochi minuti di pausa e poi si per la scalinata. Senza ciaspole. E poi si per erba alta, schiacciata dal gelo e da neve già sciolta e scivolosa. A volte i rododendri mi aiutano (sono molto resistenti, sapete?!?!?!) a volte è l’erba che mi aiuta, guanti però, perché …. PUNGE ASSAI!
Arriviamo su, la casa e la diga li vediamo da quando siamo partiti …. e sono sempre lontanissimi!
Decidiamo per una via di salita, che non è quella estiva e su. Non è passato nessuno, poi scopriremo che gli ultimi a salire qui, guardiani a parte che salgono con una piccola funivia piuttosto che con l’elicottero, sono saliti verso fine novembre.
Ora faccio davvero tanta fatica, conto 50 passi, un momento a riprendere fiato, poi altri 50. Cerco di convincere Marco a salire, lo aspetto qui, ma non ne vuole sapere.
Fa caldo, un caldo assurdo per essere al 20 di gennaio, e io sto patendo come non mai.
Non è l’allenamento che mi manca, ma la velocità, la solida maledetta velocità.
Comunque alla fine arriviamo, attraversiamo la diga ma perfino quest’ultimo tratto ci fa dannare: uno, due o tre passi e poi giù …. Cavolo!!!!
Ma la giornata non è solo calda, per fortuna è eccezionale. Avvisiamo i guardiani che ci siamo, Marco offre la sua bottiglia di vino in cambio del caffè che prenderemo dopo essere stati al ristorante “la terrazza” al bivacco a 2.300 m di altezza …
Foto a gogò, stavolta l’autoscatto lo facciamo con la mia macchinetta, pappa, poi Marco scende al lago mentre io mi dedico a qualche macro.
Caffè con i ragazzi, 4 chiacchiere e poi giù.
Io avrei preferito scendere prima, ormai sono le 14:30 e io lo so che sono lenta.
Cerchiamo di scendere il più possibile nella neve, ripercorriamo i passi della mattina, spunto mentalmente i punti che mi hanno fatto più penare. All’inizio siamo più veloci, poi si rallenta gioco forza dove i passaggi sono più …. non difficili, non delicati ….. ma, insomma: più lenti!
Quattro ore e mezza a salire e 3 a scendere. Arriviamo senza la frontale (per fortunaaaaa!!!!) ma ormai sta facendo buio.
Ultime foto del lago con il suo splendido contorno di montagne.
Birretta giù in paese e poi verso casa.
Non abbiamo incontrato nessuno sul nostro cammino, solo qualcuno che era al parcheggio giù alla diga.
La gola mi fa ancora male, la testa è un pallone e mi sa che domani il raffreddore scoppierà con tutta la sua potenza ….. Fa nulla, dopo la splendida giornata di oggi posso anche permettermi di stare a casa domani, un po’ di cucina, Isi da coccolare (e farmi coccolare da lui) e un buon libro …..

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