venerdì 2 ottobre 2009

Pizzo Scalino m 3.323 – 2 Ottobre 2009

Parliamo prima della parte tecnica della gita. La salita è effettuabile in giornata, se parti da MI almeno alle 4. Sono circa 1300 m di dislivello uno piu’ bello dell’altro.
Il "Cervino della Valmalenco" rappresenta una salita (relativamente) semplice ma appagante in ambiente di alta montagna, con attraversamento di ghiacciaio e cresta finale.
Non ricordo esattamente dove abbiamo lasciato la macchina, (Nano … HELP ME PLEASE!!!) ma si puo’ proseguire la strada da Lanzada per la diga di Campo Moro. Da qui salire al rifugio Zoia, proseguire quindi per il rifugio Cristina, risalire il pendio proprio sotto il Pizzo (segnale alta via) fino alla base della salita al “Cornetto”, ripida, che porta ai piedi del ghiacciaio. Un po’ di morena rognosa e poi si calzano i ramponi. Tenersi a destra costeggiando le rocce e risalire verso le roccette a destra, proprio sotto la vetta. Da qui si risale (senza ramponi) la cresta. Un paio di passaggini un filino esposti e poi sentiero fino in cima. Discesa per la via di salita.

“Se vieni al solito posto per le 5 andiamo allo Scalino.”
Come si fa a rifiutare una proposta del genere? Ne avevo parlato domenica e deve aver registrato la mia voglia di salire su questa cima, è due anni che la rincorro e ho un tentativo fallito alle spalle.
Sono iper contenta, anche se devo alzarmi alle 3:15 … ehm … si, ma per una cima come quella si fa!
Arrivo con qualche minuto di anticipo e non faccio in tempo a scendere dalla macchina che arriva Nano. Scommetto che era li ad aspettarmi, dietro l’angolo lumando il mio arrivo :)
Trasbordo e poi via, al buio, poche macchine. Troviamo un baretto aperto e ci fermiamo per un caffè. Poi su, chiacchierando, ascoltando musica. Solo che non viene chiaro e io proprio oggi ho lasciato a casa la frontale. D’altra parte il dislivello è tanto e ho tolto tutto quello che poteva pesarmi “inutilmente”.
La strada è lunga ma verso le 6 e mezza siamo al parcheggio. Con 4°C.
Pile, scarponi, controllo attrezzatura e poi, poco prima delle 7 si parte.
Io sbanfo subito. I 2 biscotti che ho mangiato arrivati al parcheggio mi si sono piazzati sullo stomaco e poi si sa, sono lunga a carburare. Ma saliamo.
Tagliamo fuori il rifugio Cristina (Nano guida, è l’undicesima volta che sale lo Scalino tra estate e inverno e se non conosce bene la zona lui chi la deve conoscere?) e arriviamo sotto la salita al Cornetto. Fa freddo, i guanti leggeri non bastano per me e mi metto quelli di piumino. Siamo ancora in ombra e una leggera brezza non aiuta di certo a scaldarmi.
Cerco inutilmente di togliermi quel sorriso da ebete che ho da quando siamo partiti ma che ci posso fare … lo Scalino! Questa splendida valle …
Saliamo. Il sentiero diventa sempre piu’ ripido e la cima sempre piu’ vicina.
In una mail Nano mi dice: lo Scalino sarà nostro! Ma si sa, io prima di crederci devo esserci proprio li. Ora lo vedo piu’ fattibile. Ho carburato, non sto facendo troppa fatica, le scarpe pesanti vanno a meraviglia e il freddo non si sente troppo. Arriviamo al Cornetto e vediamo il panorama che si apre: BELLISSIMO!
Il ghiacciaio è lassu’ sopra la morena, il dislivello ormai è tanto per me e ho bisogno di una sosta ma aspetto di mettere i ramponi. La morena come al solito è faticosa, c’è un bel tratto di neve ghiacciata: stai attenta! Mi dice Nano. Ecco … iniziamo. Arrivo alla neve. Gli scarponi tengono bene e ho i bastoni e allora vado. In diagonale, verso l’alto. Man mano che salgo pero’ mi sento meno sicura e Nano si deve essere accorto perché si sposta piu’ su per venirmi incontro. Solo questo mi è bastato, insieme alla mia imprecazione “VOGLIO I MIEI RAMPONIIIIIIIIIIIII” per farmi arrivare alla fine del tratto con la mano di Nano che è li ad aspettarmi :)
Si prosegue. Sosta al bordo del ghiacciaio: ora abbiamo il sole :)
Mangiucchiamento con uno splendido torrone, poi ghette e ramponi. “Se non ti senti sicura me lo dici che ci leghiamo”. Ok.
Il ghiacciaio all’inizio non mi piace. È scoperto, ma i ramponi tengono. Presto siamo sulla neve, faccio fatica a vedere le impronte di Nano tanto è fredda la neve (per fortuna) ma cerco di seguirlo.
Si sale. Vediamo la traccia ma proseguiamo per nostro conto. Ecco il canale da dove si sale.
Gulp!
Quel traverso … Nano è già arrivato e si sta togliendo i ramponi. Io non gli ho detto che i traversi non sono proprio la mia passione ma mi sento tranquilla, i ramponi tengono a meraviglia e sto bene. Arrivo pure io senza intoppi. Ora inizio a credere che la cima sarà davvero nostra!
Via i ramponi, lascio giu’ i bastoni ma teniamo la picca e quindi su per la cresta.
All’inizio un po’ di sfasciumi, un passaggio un filino esposto ma ben appigliato e poi praticamente sentiero. Un altro passaggino e poi … la CROCE! Si intravede.
Nano, cercando di emulare Gebre, si mette a correre … e poi la cima!
Ce l’abbiamo fatta!
Ce l’HO fatta! Grande … giornata da urlo, bellissima, panorama a 360°
Foto foto foto, un po’ di pappa, i numeri per la foto di vetta visto che la sottoscritta si è dimenticata a casa ancora il piccolo treppiede e poi inizia la discesa.
Parlando abbiamo preso la “strada alternativa” ma Nano, oltre che alpinista, è piu’ alto di me per cui mi ha dovuto aiutare in un paio di punti dove le mie gambette non arrivavano ai punti di appoggio. Anche questo fa parte della gita, divertente e aggiunge quel pizzico di avventura che non guasta mai.
Dimenticavo di dire che siamo soli. Abbiamo visto un signore scendere dalla cima in un canale ma non lo abbiamo incrociato. Soli durante la salita, soli sulla cima, soli sulla discesa. Che goduria!
Sempre con l’occhio vigile del mio compagno di avventura che non mi lascia mai da sola, arriviamo al ghiacciaio. Rimettiamo i ramponi e chiacchierando scendiamo alla morena. La neve tiene ancora benissimo.
Rimettiamo a posto lo zaino e poi la sottoscritta, un po’ scherzando un po’ seriamente, la butta li: non possiamo evitare quel pezzetto di neve gelata? E che problema c’è … si scende piu’ in basso e il nevaio è eliminato :). Rognosa come al solito la morena ma ora siamo sul sentiero. Siamo finalmente in maniche corte e scendiamo. Il ginocchio mi da un filo fastidio ma me la sento di continuare senza ginocchiera; in questo caso i bastoni aiutano tantissimo!
Mentre scendo squilla il telefono: scema io che l’ho tenuto acceso, ma di solito non suona mai!
E’ il mobiliere che deve venire a risolvermi un casino. Domani ti racconto, continua a dirmi e intanto racconta. Cerco di tagliare ma non ci riesco. Nano è li che mi aspetta. Ovviamente il telefono ha suonato in un posto all’ombra e fa freschino. Finalmente riesco a metter giu’, vergognandomi un pochino chiedo scusa e racconto il mio pasticcio cosi da spiegare perché non ho potuto lasciar perdere la telefonata.
Arriviamo alla piana sopra il Cristina e li le marmotte la fanno da padrone. La vista acuta del mio socio le vede tutte ed un paio riusciamo anche a fotografarle. Grasse e insonnolite scappano cmq appena ci annusano/vedono.
Ed ecco la presenza umana che arriva. Un signore, solo soletto senza zaino ci fa quasi pensare che il rifugio abbia aperto. Invece sono dei signori che hanno li la casa, insieme agli operai che stanno ristrutturando una baita. C’è un sacco di gente qui e ci fermiamo a prendere acqua.
Io ho la “bella” idea di mandare un paio di messaggi “bastardissimi”. Uno risponde via sms, l’altro mi chiama. Per carità, contenta della telefonata, ma come lo spiego a Nano che VERAMENTE il mio telefonino non suona mai se scendendo è già la seconda telefonata? :(
Vabbeh, colpa mia che non ho resistito alla tentazione.
Che vi devo dire. Il Pizzo Scalino. Non so se qualcuno mi puo’ capire …
Ultimo tratto di discesa. Arriviamo alla macchina, poi baretto per birra e patatine chiacchierando di foto e macchine fotografiche.
Lo sapete che Nano, oltre ad essere un bravo alpinista, ha un occhio fotografico davvero incredibile? Mi ha trovato di quegli scorci davvero fantastici e le foto che abbiamo fatto mi sa tanto che piu’ della metà sono fotocopia :) Meglio, cosi possiamo vedere le differenze delle macchine.
Un po’ di traffico per tornare a Lecco, baci abbracci alla mia macchina. Un po’ di traffico per tornare a MI, coda sul tratto urbano della A4, casa. Isi disperato perché stamattina ha mangiato alle 4 e ora ha fame, povero cucciolo.
Stranamente non sono troppo stanca, sono … leggera, tranquilla e rilassata. E contenta della gita, anzi, della GITONA!
Alla prossima.


Quota partenza: 2.000 m circa
Quota arrivo: 3.323 m
Dislivello, secondo il mio altimetro che sembra rinsavito: 1.383
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e di foto: circa 8 ore e mezzo





4 commenti:

  1. eccomi!!! uno dei destinatari dell'sms "bastardissimo".
    complimenti davvero. sei proprio in gamba, mica come me, umile escursionista della domenica :D
    ciao ciao ciaooooo

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  2. Si ... umile ... vogliamo parlare delle tue mete di questa estate?
    Dai che l'Avic ci aspetta! Alleniamoci!
    S.

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  3. certo certo...il mio guru si è detto molto disponibile x qualsiasi uscita, avic compreso.
    sfruttiamolo a dovere :-))

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  4. Dai che la stagione non è ancora finita! Anche ieri ero su un 3000!!!
    Ciao
    S.

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