martedì 18 gennaio 2011

Cresta Piancaformia integrale – 18 Gennaio 2011

Appuntamento alle 7, stavolta le sveglie hanno fatto il loro mestiere e sono giù puntualissima.
La giornata si preannuncia fantastica, speriamo solo non faccia troppo caldo :(
“E le ciaspole?”
Perché, servono?
“Secondo me si, vai a prenderle”
Cribbio … abbiamo dietro picozza, ramponi, corda, materiale vario e ora anche le ciaspole … povero Giuliano perché la maggior parte di ciò sarà sulle sue possenti spalle :)
Caffè e poi prendiamo la strada per il Cainallo dove arriviamo senza incontrare anima viva.
La macchina non si può portare fin su, la strada non è pulita, per cui ci fermiamo dove ci sono gli impianti: pensate, c'è perfino uno skilift doppio! Funzionante!
Ci prepariamo.
“Lascia giù la tua picozza e prendi una delle mie che se devi piantarle dentro la tua non serve a niente.”
Ha ragione, la mia è proprio da ghiacciaio F e di solito la si porta a spasso. Solo che la sua pesa …. cribbio se pesa! Ma non dico nulla e la metto sullo zaino.
Il mio zaino è vuoto, quello di Giuliano strapieno. La corda non ci sta, dobbiamo legarla fuori insieme alle ciaspole. Ci mettiamo un po', non è semplice, ma dopo qualche tentativo, alle 8 precise, partiamo chiacchierando.
All'inizio di neve ce n'è poca e nonostante l'ora … fa caldo :(
Arriviamo al bivio per la bocchetta di Prada ma ancora non ci ramponiamo, vediamo com'è su.
Lo zaino pesa … il mio … ma non ho il coraggio di dire nulla … se guardo Giuliano davanti a me con la corda che penzola fuori …
Alla bocchetta un panorama meraviglioso ci attende. Decidiamo che ci ramponiamo alla chiesetta dove facciamo la prima e unica sosta della salita (eh si … con Giuliano non si mangia, non si beve, non si sosta …)
Ramponi, un sorso alla tisana e poi si inizia l'avventura.
Non sono agitata, sono tranquilla; la cresta l'ho percorsa diverse volte d'estate in entrambi i sensi. Solo che non ho mai fatto il pezzo finale (d'estate è una arrampicata di II) e quindi non so cosa mi aspetta.
Affronto le cose una per volta. Iniziamo con i traversi. Una volta me la sarei fatta sotto già qui. Ora evidentemente mi fido di più dei ramponi e di me stessa per cui passo senza problemi.
Giuliano è avanti, forse lo fa per fotografare, sicuramente non lo fa apposta ma è tanto più veloce di me. Oggi il fotografo ufficiale è lui, io prendo in mano la macchina quando il fiato non ce la fa più e con la scusa di fare qualche scatto cerco di riavermi.
Prevalentemente si sale, con la neve mi sembra addirittura tutto più addolcito.
C'è solo un punto dove guardo perplessa: ovviamente è discesa ma la facciamo faccia a monte e si risolve tutto brillantemente.
Di sole ne vediamo poco. La cresta è quasi tutta in ombra; e per fortuna, mi viene da dire, se no chissà come sarebbe conciata!
Giuliano continua a dirmi che il pezzo migliore deve ancora arrivare.
Man mano che avanziamo capisco cosa intende: la vuole fare integrale e tutta in cresta.
Ci sono ben pochi passaggi in traverso, alcuni davvero inquietanti, ma passo di qui abbastanza agevolmente se non proprio tranquillamente.
Fino ad ora ho solo avuto bisogno del supporto morale, della presenza di Giuliano ma non del suo aiuto fisico.
Sono contenta. L'ambiente è davvero spettacolare e … indovinate … NON C'E' IN GIRO UN'ANIMA!!!
Sono piuttosto stremata. Non so neppure io perché non chiedo una sosta. Semplicemente non mi è venuto in mete :)
Ora vedo bene l'ultimo tratto di cresta. Non so che ore sono e non lo voglio neppure sapere.
Giuliano mi dice che in mezz'ora siamo in cima ma io non ci credo.
Guardo la cresta.
Mi domando se sarò in grado di farla.
Sono stanca e vedo la cima davvero lontana, quando in realtà non lo è poi più di tanto.
Ecco, ora è il primo vero pezzo ripido tant'è che da ora in poi starò davanti io che se cado …
La corda non la consideriamo neppure. Ero convinta che Giuliano la volesse portare per l'imbranatina (cioè io) invece l'ha portata solo se si trovava verglass.
Ovviamente l'ultimo pezzo di cresta, il più difficile, si poteva tagliare, ma allora dov'era il gusto?
Salgo.
La picca prende benissimo. Meno male che la neve è piuttosto ghiacciata cosi mi fa da ottimo punto d'appoggio.
E' già tutto gradinato, devo solo fidarmi dei piedi.
Piano, con attenzione, provando bene la picca e verificando la tenuta dei ramponi, salgo.
Inizio a divertirmi.
Mi rendo conto che il pendio supera i 40° e non sono preoccupata. Anzi! Guardo su la parete verticale e mi rendo conto che mi sto divertendo.
Giuliano mi tallona, si scherza, si sale.
Ora rallento ancora di più, per ovvi motivi, per cui non ho il fiatone, ma lo sforzo è suddiviso tra tutti e 4 gli arti.
Arrivo in cresta: … no, non ci sono parole per descrivere quello che mi sta davanti.
Io che adoro le creste ora so davvero che cosa significa percorrerne una vera.
Il primo punto critico mi aspetta tra poco.
Sono solo 2 passi, ma ci sta un piede solo ed è verticale sia a destra che a sinistra.
Mi fermo e lo guardo.
E se l'equilibrio non mi tiene?
Percorsi esposti ne ho fatti, anche di creste, ma almeno uno dei due lati, per ripido che fosse, non era cosi verticale.
Giuliano mi tiene per lo zaino, piccola sicurezza che mi permette di fare quei 2 passi.
E poi ancora cresta. Di discese brutte non ce ne sono. Faccio un altro pezzettino faccia a monte, attraverso altri passaggi affilati ed esposti ma mi godo appieno questa cresta.
Vado piano, qui inciampare non è il caso. E poi … si, me la voglio proprio godere!
L'ultimo ostacolo è dato da un passaggio verticale di misto. Si può aggirare ma Giuliano reputa sia meglio passare di qui.
Non ho chiesto il perché, mi sono solo avvicinata alla roccia e ho cercato un punto per passare.
Qui un minimo di aiuto è stato ben accetto, non mi fido ancora dei ramponi su roccia con ghiaccio, ma sono solo davvero un paio di metri e poi la “solita” parete verticale.
Ora siamo quasi arrivati, vedo la chiesetta … mi sembra un miraggio.
Sono felice ma stravolta dalla stanchezza … e probabilmente anche dalla tensione che se non ho sentito in maniera conscia ha fatto il suo lavoro in modo inconscio.
Metto piede sul piazzale del rifugio. Non mi fermo, prima la vetta e poi il riposo.
Cima.
Croce.
Foto.
Rifugio.
Pappa.
Riposo.
Arriva Claudio … il mito del Grignone e apre il rifugio. Prendiamo una bottiglietta d'acqua per la discesa e iniziamo il lungo rientro.
Scendo lentamente. Troppo lentamente. Perché? Perché ho ancora la picozza e non i miei bastoni. Ho timore ancora per il ginocchio e sono stanca. Metti tutto insieme ed ecco la lumachina che scende dal Grignone verso la Bogani.
Appena finito il pezzo ripido metto via la picca e prendo i bastoni; io l'avrei fatto anche prima ma la mia guida non era del parere.
Ora va meglio, ma sono stanca …. tanto stanca ….
Non abbastanza però dal non notare con una nota di disappunto che hanno messo l'ennesima madonnina … dedicata a chi? Perché? Non si sa, ma se avessero messo qualcosa di pagano o di un'altra religione … apriti cielo!
Al Bogani mi devo fermare. Devo riposare. Provo a mangiare qualcosa. I piedi iniziano a fare male. Non devo pensare a quanto ancora devo scendere.
Riprendiamo dopo pochi minuti (già l'ho detto: con Giuliano non ci si riposa mai!) e per cercare di non pensare alla discesa cerco un dialogo.
Ma Giuliano è veloce … troppo veloce … per avere una sosta chiedo da bere.
Pochi secondi, poi si riprende.
Arriva al parcheggio estivo e non si ferma.
Dai, puoi fare finta di aspettarmi! Apostrofo.
Si gira: ma dove sei finita? Non eri qui dietro di me?
Si … dietro … ma tanto!!!
Ora posso iniziare a lamentarmi :) tanto siamo quasi arrivati.
Ho faticato davvero tanto in discesa. Erano mesi che non faticavo cosi.
Il passo veloce di Giuliano, le soste mancate, la difficoltà del percorso … non è lungo né con tanto dislivello … ma cribbio se è impegnativo!
Giuliano invece sembra un grillo, salta di qui e di la mentre io non riesco neanche a togliermi gli scarponi …. CHE INVIDIA !!!
Panino poi casa, Isi, doccia … litigo con il pc ma oggi EUREKA! vinco io :) Doppia soddisfazione!
Grazie Giuliano di questo splendido regalo!
Le foto sono principalmente di Nano


Quota partenza: m 1.240
Quota arrivo: m 2.410
Dislivello secondo Gipsy: m 1.250 circa
Tempo totale, comprese le soste: 8 h 30 m
Km percorsi: 12 circa

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