sabato 1 gennaio 2011

Piz Grevasalvas m 2.932 – 1 Gennaio 2011

Le proposte su come passare questo inizio d’anno non mancano, mancano però le condizioni. E allora, pensa che ti ripensa, mando un messaggio a Luca_P: e se ritentassimo il Grevasalvas?
Ho molto timore. Quando toppo una gita poi per me è complicato ritentarla, se dovessi topparla ancora mi brucerebbe troppo. E poi topparla il primo dell’anno …
Però sono “solo” 1.100 m con circa 12 km di sviluppo. Si, vero, in quota, ma con una giornata da urlo e luce fino alle 17. Inoltre il freddo non sembra potente. Tutte premesse che mi rendono “ottimista” al punto da proporre la gita.
La risposta di Luca_P è scontata: sai che l’avevo pensata pure io?
E cosi, reduci dai bagordi capodanneschi, Luca_P arriva a casa mia alle 5:45. Ewuska ed io siamo pronte e pimpanti (he he he … ) e ci avviamo verso Chiavenna.
Non c’è una macchina in giro … chissà come mai? Al Moreschi una barista con un gran bel sorriso ci accoglie facendoci un caffè spettacolare e poi riprendiamo a salire.
E’ buio, non vediamo neanche il Badile ma speriamo di poter mostrare il suo splendido spigolo nord ad Ewuska questa sera al rientro.
Arriviamo al Maloja, questa volta non ho sofferto le curve. Non fa poi neanche tanto freddo tenendo conto dell’ora, dell’altezza e del luogo: -13°C.
Alle 7:45 siamo pronti a partire. Salendo al paese di Heidi incontriamo solo 2 sci-alpinisti … ma dove sono tutti? Con una bella giornata cosi non posso credere che se ne stiano a casa a digerire i bagordi notturni. Non penso che è troppo presto per chi, con sci ai piedi, scenderà più velocemente di noi.
Il luogo è incantevole, ora con il bello e la neve davvero in ottime condizioni … e il mio fisico in condizioni sicuramente migliori dell’altra volta, gli occhi si riempiono di bianco e di blu.
In un attimo siamo alle casette. Foto di rito e poi continuiamo la salita. Rispetto all’altra volta abbiamo un sacco di tracce da seguire anche se ora sappiamo dove andare.
Saliamo. Siamo sempre soli. L’ambiente è semplicemente meraviglioso e noi chiacchieriamo tranquillamente.
Arriva un traverso che ci fa penare. Le ciaspole di Ewuska non sono troppo adatte a questo terreno e tribola non poco. Al ritorno cercheremo di tagliare fuori questo pezzo, penso.
Ora non scendiamo come abbiamo fatto la volta scorsa e rimanendo in costa arriviamo alla dorsale sopra la quale troveremo il Lej Nair, dove ci fermiamo a mangiucchiare qualcosa. Qualche raffica di vento leggermente fastidiosa ma niente di che. Siamo solo un filo preoccupati di trovarlo più potente in cima ma non sarà quello che ci fermerà.
Altro traverso per aggirare il lago, altro purgatorio per Ewuska.
Ora siamo in vista del canalone che ci porterà in cima.
Incontriamo un ragazzo che ci aveva superato in salita e ci dice che il vento su è freddo e potente e che non riusciremo a fare neanche una foto.
Gulp!
Io penso alla mio mega guscio e non ci credo ma lui insiste. Anche Luca_P è scettico ma salutiamo lo sciatore e proseguiamo. Luca_P poi mi dirà che il ragazzo non sapeva nemmeno quale cima aveva salito, era convinto fosse il Lunghin … ecco, forse aveva qualche problemuccio :), forse non è troppo esperto per cui non diamo troppo peso alle sue preoccupazioni.
Troviamo una ragazza (Stefania, di San Fedele d’Intelvi) con cui ci fermiamo a chiacchierare. Una ragazza davvero in gamba!
Luca_P ora mette il turbo, io mi attardo con Ewuska che ormai, stanca di litigare con le ciaspole, decide di toglierle e procedere con gli scarponi.
Il sole d’inverno non è alto e la cresta di fianco a noi ogni tanto lo copre. Il canale è questo, non si sbaglia e allora proseguo, Ewuska è tranquilla.
Salgo. Salgo. Salgo.
Arrivo al colle.
Ora manca davvero poco, io sto bene e non sono per nulla stanca. E’ la prima volta nella giornata che sono convinta di farcela.
Continuo la salita. Girando verso la cima vedo Luca_P che ci aspetta.
CIMA! Eccomi arrivata. Non ci posso credere … un quasi 3.000 il primo di gennaio non è usuale per me per cui sprizzo gioia da tutti i pori. E poi, vuoi mettere la rivincita?
Foto di rito poi andiamo ad aspettare Ewuska che arriva dopo aver avuto qualche piccola disavventura (ha perso prima il termos poi il burrocacao … ) ma arriva sorridente in vetta.
E’ vero, c’è un venticello gelido che ci fa coprire ben bene, ma ben altra cosa è il vento che non ti permette di stare in vetta :)
Arrivano 2 scialpinisti e pensiamo di chiedere a loro di farci una foto. Solo che ci passano davanti senza degnarci di uno sguardo e senza salutare … azz … lui prosegue, lei si mette di fianco all’ometto e si spoglia, tette al vento (è proprio il caso di dirlo!) per cambiarsi.
Non una parola, non un sorriso.
Non importa, il sorriso lo abbiamo noi per tutti e iniziamo a fare qualche autoscatto fino a che non siamo soddisfatti.
Scendiamo a cercare un posto riparato per mangiare ma non ci capiamo per cui, alla fine, scendiamo dal canalone e ci fermiamo più giù.
Il traverso sul lago non lo possiamo evitare ma quello successivo si. Ci ricordiamo dall’altra volta che dalla stazione meteorologica si poteva salire su dritti e c’era perfino un cartello che indica la cima, probabilmente il sentiero estivo.
Un dubbio mi sorge: se nessuno sale/scende di qui un perché ci sarà. Spero sia solo per quella piccola risalita che tocca fare se scendi e per la pendenza elevata se sali e mi tengo i miei dubbi mentre con gli altri rimuginiamo sul da farsi.
Decidiamo di togliere le ciaspole e fiondarci giù dal ripido pendio che ci porta alla stazione meteorologica. Luca_P davanti a me che mi fa strada, cerco di evitare i buchi, la neve è ottima ma si sa che io non corro in discesa. Come al solito Luca_P è un ottima guida e mi conduce sulla piana tranquillamente. Rimettiamo le ciaspole e ci avviamo verso casa.
Le tracce ora sono tante, ogni tanto un briefing per decidere dove andare, un'altra sosta e finalmente siamo in vista del villaggio. Sento Ewuska che mi chiede qualcosa, ma non capisco, vado verso di loro … e pluf … AAAAAHHHHHHH!!!! AIUTO !!!!!!!!!! LA GAMBAAAAAAAAA!!!!!!!
I ragazzi non credo abbiano capito subito quello che mi era successo. Sono caduta con la gamba sbagliata (la sana) in un mega buco e il ginocchio malato si è piegato in malo modo ma soprattutto troppo, davvero troppo velocemente. La gamba sana non ha un punto d’appoggio, penzola nel vuoto e io sono nel buco fino al petto. Continuo ad urlare per il dolore continuo del ginocchio: tiratemi dritta la gamba!!! Presto!!!
Finalmente capiscono e corrono. Gamba dritta. Ora respiro. Posso iniziare a pensare a come uscire dal buco.
Accetto cmq il loro aiuto visto che li ho agitati parecchio. Non è rotta la gamba, non è rotto di nuovo il legamento. Dovrebbe essere “solo” una storta … ma perché tutti questi buchi li devo prendere solo io? Sono passati di li un numero infinito di persone, c’erano un sacco di impronte :(
Sosta. Ci fermiamo a goderci un po’ di sole. La gamba non duole tanto e non sono troppo preoccupata.
Riprendiamo la discesa e il ginocchio risponde bene. Strada. Scorcia. Strada. Altra scorcia poco dopo il torrente. Luca_P ed io ci rendiamo conto che siamo dalla parte sbagliata del torrente ma Ewuska non ha voglia di allungare dalla strada. Luca_P non se lo fa ripetere 2 volte e a quel punto rimango sola a pensare al mio ginocchio e cedo alla maggioranza.
Ma chi diavolo ha tracciato sto sentiero? In mezzo agli arbusti, a tratti davvero ripido … e che sfocia in un bel guado del torrente :)
Luca_P, che è davanti, passa, si toglie lo zaino e si predispone ad aiutare le donzelle. Le foto testimoniano il tutto. Ce l’abbiamo fatta anche qui, il rischio di finire a gambe all’aria o nel torrente gelato è scongiurato.
Macchina. Foto allo spigolo nord del Badile. Casa.
Isi, Birra, Brasato con polenta … ghiaccio sul ginocchio …


Quota partenza: m 1.800
Quota arrivo: m 2.932
Dislivello secondo Gipsy: m 1.150 circa
Tempo totale, comprese le soste: 8 h 30 m
Km percorsi: 12 circa

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