sabato 5 marzo 2011

Val Codera - 5 Marzo 2011


 Mi devo accontentare …
Mi devo accontentare …
Mi devo accontentare …
Mi devo accontentare …
Con questa cantilena in testa cerco di pensare a dove andare. Non dovrei fare troppo dislivello … e neanche troppi chilometri (il perchè è presto detto: il ginocchio fa le bizze :( Ieri sono stata a sciare e "lui" non è stato troppo contento)… ma si sa ormai come sono fatta!
In settimana era sbucata dal cassetto la “solita” Val Codera, e quando un'idea mi frulla in testa non riesco a lasciarla li.
Per alcuni questa passeggiata è sminuita, roba da pensionati, ma sono circa 1200 m di dislivello con più di 20 km di sviluppo. Non pesto troppa neve, passeggiata all'asciutto e tranquilla.
Non è proprio quello che oggi serve al mio ginocchio ma essendo da sola e potendo prendermi i miei tempi decido che il rifugio Brasca è ora che mi riveda.
Permettetemi una parentesi sulla Val Codera.
«Su per il lago di Como di ver la Magna è valle di Ciavèna, dove la Mera flumine mette in esso lago; qui si truova montagne sterili et altissime con grandi scogli... qui nasce abeti, larici et pini, daini, stambuche, camozze e terribili orsi, non ci si può montare se non a quattro piedi.»
Chi parla cosi della Val Codera è Leonardo da Vinci nel suo codice Atlantico.
Ed effettivamente l'inizio della valle è davvero molto aspro. Prima che si apra occorre passare dai 300 m di Novate Mezzola agli 800 di Codera e proseguire ancora.


La valle è stata sempre abitata, e ancora oggi credo che sia l'unica valle non raggiunta da una strada stabilmente abitata, tutto l'anno.
La strada. E' da anni che se ne parla. Con vicende anche poco simpatiche (minacce di morte alle persone che si sono opposte con tutta la loro forza).
A Codera ci sono un paio di locande, 2 musei. Più in la nella valle, quasi in fondo, 2 rifugi: Bresciadega e Brasca. Più in alto 2 bivacchi: Casorate Sempione e Valli.
L'Associazione Amici della Val Codera ha sempre cercato di difendere la valle e di organizzare iniziative atte a farla conoscere e frequentare.
La prima locanda che si incontra a Codera era gestita da una coppia con 2 (o forse 3, non ricordo) bimbi. Persone meravigliose che preparavano confetture di castagne, torte, cucinavano molto bene, davano ospitalità con anche a congressi di Anatomo-Patologi; insomma si davano un gran daffare ed in effetti erano pieni tutti i we estivi. Poi lui è morto, a 40 anni, e la moglie non ha più potuto continuare l'attività. Da allora la locanda è chiusa.

Loro si battevano contro la strada.
Il bello di questa valle è proprio che non c'è la strada. Arriva su una teleferica. Stop.
Anni fa ci furono aspre lotte per costruire una strada che arrivasse lassù. Ci mobilitammo in molti per fermare questo scempio.
In parte sembra ci siamo riusciti. Però ora, appena passato Codera la strada c'è. Una carrozzabile oscena, piena di sassi e grigia ha sostituito uno splendido sentiero che si inoltrava dolcemente nella valle.

Con la morte nel cuore ho percorso questo tratto di valle. Non credo ci tornerò più per il solo piacere di viaggiare in queste zone; se ci tornerò sarà solo perché ci devo passare tornando dal Ligoncio o dalla Omnio o dalla traversata Casorate-Valli.
Invece di spendere soldi per questa strada, perchè non hanno messo in sicurezza il Tracciolino? E' un itinerario fantastico che passa le dighe tra la Val dei Ratti e la Val Codera. Molto famoso, è interrotto da anni, proprio all'altezza di Codera, a causa di una frana. Se sistemassero quel tratto, si potrebbe percorrere ancora fino alla diga, sul lato opposto della valle dove ora hanno costruito il mostro.
Ma siamo in Italia, non ci arriviamo. Non sappiamo proprio valorizzare il nostro patrimonio.
La passeggiata in se è stata tranquilla, con un po' di neve verso la fine, giusto per bagnare gli scarponi.
L'arrivo al Bresciadega mi ha emozionato, è sempre meraviglioso. Da qui in poi per me è sempre stato magico. Il Brasca sbuca fuori appena esci dal bosco, laggiù nella piana, ai piedi le Ligoncio e baciato dal sole.

É davvero lungo arrivare qui, i cartelli danno 4 ore, io ce ne ho impiegate 3 e mezza con le mie sostine. Il dislivello comunque considerevole se si pensa che con le contropendenze alla fine sono 1.200 m
Non vengo qui in fondo molto spesso, è più facile che a Codera giri giù per il ponte romano e vada a San Giorgio oppure che salga da Verceia per percorrere il Tracciolino. Itinerari che oggi mi sento di consigliare a dispetto del fondo valle. Peccato … davvero un gran peccato.
Quota partenza: m 316
Quota arrivo: m 1.304
Dislivello secondo Gipsy: m 1.200 circa
Tempo totale, comprese le soste: 7 h 30 m
Km percorsi: 22 circa
Non credere, piccolo uomo, di essere chi sa chi, perché prima che tu nascessi io già c'ero e quando tu non esisterai più io ancora ci sarò (La Montagna)

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