domenica 2 ottobre 2011

Mont Glacier da Champorcher-Dondena - 2 Ottobre 2011


Questa volta lascio ad Andrea il compito di raccontare la gita!

Vista da Andrea62

Da Dondena il Mont Glacier appare sopra di noi come una montagna meno scenografica del vicino Mont Delà, del Bec Costazza e perfino della massiccia Torre Ponton. Però il Glacier è la cima più alta della valle di Champorcher e vista da altre montagne valdostane, per esempio dallo Zerbion, toglie ogni dubbio.
Ma veniamo alla descrizione della gita cominciando dall'autogrill dove tramite heliS ho avuto la soddisfazione di conoscere patripoli, di cui ho già letto qui molti resoconti.
Poi faccio presente che oggi per l'escursione mi sono portato anche una guida quasi nuova, comprata nel 1980, spinto dalla curiosità di vedere se le cose sono cambiate. Due anni fa da queste parti, al lago Vercoche, non era cambiato nulla. "Ti ricordi anche dove l'hai comprata e quanto l'hai pagata?" scherza heliS. "L'ho comprata al rifugio Vittorio Sella e l'ho pagata 8.000 lire" rispondo io.
Lasciata l'auto a Dondena (2100 m), lungo la stradina sterrata passiamo il ponte sul torrente principale. Poco dopo, prima di un altro ponticello, prendiamo a destra un sentiero che sale prima ad una tipica malga con stalla lunga e bassa, poi perdendosi ogni tanto per pochi metri nell'erba riporta sulla sterrata dopo aver saltato il primo ampio tornante ma anche il bel rifugio Dondena. Proseguiamo lungo la sterrata fino ad incontrare, a circa 2300 metri, il ponte che sulla destra ci fa passare di nuovo il torrente e incontrare il confine del Parco del Monte Avic.
La mia guida quasi nuova non menziona nè il rifugio nè il Parco.
Da qui si vede il nostro sentiero che risale il pendio erboso con tornanti ampi, per nulla ripidi ma di conseguenza molto lunghi. A circa 2500 metri lasciamo a sinistra il sentiero per il col Mezove e superati gli ampi tornanti il nostro sentiero si immette in una valletta, lascia in basso a destra il lago Gelato e raggiunge il Col Fussi (m.2910) tra il Monte Delà e il Mont Glacier.
Una scritta su un sasso indica "Fenis" sul versate opposto, per la lunga val Clavalité. Un peccato non avere un conoscente che ci aspetti là con un'auto.
Il ghiaioso versante di salita (sud-ovest) del Mont Glacier  è ora davanti a noi, rimane da individuare il sentiero che taglia la pietraia da sinistra verso destra. Un pò la traccia quasi sempre presente, un pò gli ometti nei pochi tratti dove essa è meno visibile e raggiungiamo la cresta sud della montagna a circa 3080 metri.
Da qui sempre per traccia, ora necessariamente un pò ripida, raggiungiamo la cima. Pochi metri prima compaiono sullo sfondo le Alpi Pennine dal Mont Velan al Monte Rosa: le conosciamo bene ma i panorami che regalano sono sempre un bello spettacolo.
Uno bravissimo potrebbe individuare le varie vette del gruppo del Bianco, che appare verso ovest, uno bravo come me nomina le varie cime del gruppo del GranPa  non accontentandosi della cima massima. "Sei tornato il solito sapputello" scherza heliS e tutto sommato mi va bene così.
Per la prima volta vedo il laghi del Parco del Monte Avic, proprio sotto di noi, e qui è heliS a farmi da guida indicandomi i vari itinerari del Parco.
La discesa è solo un pò lunga viste le caratteristiche del percorso, e pensare che il parcheggio di partenza sta quasi sotto la verticale della cima.
Al col Fussi il mio occhio vigile individua uno stambecco.
Verso la fine della gita passiamo dal rifugio dove ci concediamo un meritato rinfresco vista la temperatura decisamente calda.
Prima di Champorcher infliggiamo nuovamente 5 km di sterrato alla mia auto, questa sì quasi nuova.    

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