mercoledì 9 novembre 2011

Anello Bocchetta San Pio m 2.198 – Capanna Como 1.780 – 9 Novembre 2011

Non che se non salivo alla Capanna Como quest'anno non ci dormivo la notte ma è da un paio d'anni che sto meditando questa salita cosi, quando Nano me la propone senza sapere che è nei miei desideri sorrido.
Accetto, poi (ovviamente poi) guardo la cartina e cosa ti vedo? Un bellissimo anello!
La relazione dice che ci sono circa 1.600 m di dislivello e salendo in macchina mi auto-prendo in giro dicendo che passo da una gita da pensionati ad una tosta.
E' ormai un mesetto che sono ferma e a me basta alla grande per perdere l'allenamento.
Nano mi mostra la cartina e mi dice di scegliere il percorso: se si va dritti alla Capanna Como è probabile che poi ci scappi la voglia dell'anello e quindi sono “solo” 1.300 m; se invece facciamo l'anello i metri sono 1.600
Inutile dire cosa mi piacerebbe ma ci medito. Ho perso l'allenamento, sono ancora con la testa alla mano malata (guarita la ferita ma per la riabilitazione ci vorrà un sacco di tempo!) ma … prendo quello che mi dice Nano come una sfida e decido di tentare l'anello … dopo aver chiesto i chilometri presunti. Probabilmente il mio errore di valutazione è qui: 15 – 16, mi dice Nano, invece saranno 21
E poi ci aspettavamo si un po' di neve, ma non cosi.
Cmq, arriviamo a Dangri verso le 8. Non si potrebbe fare quella strada in macchina in quanto, appena dopo il cimitero, la strada non è collaudata. Se però lasci la macchina in paese ti sciroppi altri 3 km e altrettanti al ritorno. Nano non chiede nemmeno cosa vogliamo fare, prosegue e basta.
Al Crotto c'è qualcuno: bene, pensiamo, ci fermeremo al ritorno per un panino e una birra.
Saliamo a Baggio, uno splendido villaggio dove, per arrivare, abbiamo subito uno strappo. Sono 300 m secchi che facciamo in circa mezz'ora. La mulattiera è molto bella e, appena incrociata una chiesetta, parte la via crucis (da tenere ben presente per il ritorno!) Ma i tornanti li hanno fatti apposta o sono capitati per caso tanti quante le tappe della Via Crucis? :)
Proseguiamo con un interminabile traverso fino al ponte di Borgo (mezz'oretta senza dislivello) e passati di la dal fiume si riprende a salire … gradatamente. Al ponte di Pianezza (nelle cui vicinanze c'è il bivacco … chiuso) ci vorrà ancora un'oretta scarsa. E qui abbiamo guadagnato mezz'ora sulla tempistica dei cartelli.
Ora giriamo a destra, verso il Bivacco Ledù. Prima Alpe Inghirina (dove finalmente mi permettono una piccolissima sosta per bere e mangiare la banana) e poi via. Verso la neve. Purtroppo la incontriamo verso i 1.900 m
“Dobbiamo risalire questo salto e poi girare a sinistra” ci informa Nano. Inizio a sentire un briciolo di stanchezza. Non posso usare i bastoni e, sarà una mia idea, ma faccio più fatica a salire se non posso scaricare un po' sulle braccia.
Ora perdiamo il sentiero. Perdiamo quindi anche un po' di tempo per cercare i segni sotto la neve. Pinuccio davanti batte traccia, Nano consiglia su dove andare da dietro e fa da balia alla sottoscritta (la mia manina ancora malaticcia evidentemente da da riflettere pure a lui).
Finalmente ri-incontriamo i segni. Ci portano a fare un traverso e iniziano i massi, quelli dove mettere un piede in fallo è normale senza neve, con quella patina di pochi centimetri che copre magistralmente ogni buco … per farla breve: inizio a rallentare.
Risaliamo, altri massi bastardi da attraversare. Lungo traverso. Altri massi bastardi da attraversare.
Risaliamo. Vedo lassù il colle. Nano ha già brontolato che siamo in ritardo e arriveremo con il buio. Non mi sono scomposta e ho proposto ai 2 di continuare che io torno da dove sono venuta, ma non ne vogliono sapere e allora, a testa bassa, si va.
Mi avvicino al colle, e mi tranquillizzo, di la c'è il rifugio. Mi affaccio: una magnifica conca … innevata … ma non ci doveva essere il lago?
L'amara sorpresa arriva proprio qui: vedi quelle guglie la in fondo? Ecco, la Bocchetta di San Pio è quella.
Gulp!
Ah no, è troppo lunga, io non ce la faccio.
Come se non avessi parlato.
Il traverso è maledetto. Io non voglio appoggiare la mano, sia per non bagnarla sia per non sforzarla ma alla fine ne sono obbligata.
Nemmeno un minuto di sosta allo splendido lago delle streghe ormai quasi completamente ghiacciato.
Scivolo che è una meraviglia, le ghette sono rigorosamente nello zaino e il tempo passa.
Nano mi aiuta tanto e io cerco di accelerare il passo.
Già sono imbranata con la neve, con la prima neve poi lo sono ancora di più :( Devo prenderci la mano (o meglio, il piede) e rifarmi la testa. Oltretutto non è che abbia fatto poi cosi tanti ghiacciai questa estate e se ci mettiamo dentro la preoccupazione per la mano il gioco è presto fatto.
Se Dio vuole arriviamo alla bocchetta. Mentre scollino penso per la prima volta al di la: ci sarà neve? Ci saranno massi?
Quando vedo che c'è un ripido canale tiro un respiro di sollievo: niente massi … :)
Scendo non velocissima ma scendo, l'erbetta sotto la neve è scivolosa, Pinnuccio vola mentre Nano mi assiste. Finito il grosso della neve inizia veramente il brutto. Senza sentiero, poca neve a farti solo scivolare, la stanchezza che ormai è alle stelle (dopo la prima sosticina non ne abbiamo fatte altre se non una volta per bere!) e le mie gambe non ne vogliono sapere di scendere.
Solo che è tardi, e bisogna darsi una mossa. In un modo o nell'altro eccomi al lago; mi giro … guardo il canale appena sceso … sento dietro di me una voce che dice: “se venivamo qui col cavolo che salivamo alla bocchetta!”. Vero, verissimo! Col cavolo che facevo quel canale … se penso poi a quello che avrei dovuto fare per scendere dall'altra parte … qui almeno abbiamo doppiato la metà strada e dal rifugio sappiamo che in circa 3 ore saremo alla macchina.
Sostina al rifugio, credo almeno 10 minuti, il tempo di cambiare le calze e mangiare un biscotto e poi giù … presto che è tardi!
Ho omesso di dire un fatto importante: la presenza dell'acqua … i sentieri da queste parti ne sono pienissimi! Scendendo dobbiamo guadare almeno un migliaio di volte, alcune davvero poco agevoli soprattutto per la mia altezza da puffo.
Perdiamo il sentiero ancora una volta ma per fortuna i miei ometti mi ascoltano e invece di girovagare torniamo verso l'ultimo segno, dove troviamo il successivo … altro guado.
Ora inizia la vera tortura. Non ne possiamo più di guadare, di sguazzare nell'acqua. I miei scarponi l'acqua la tengono benissimo, peccato che sia entrata dall'alto durante un guado per cui sciak pum … sciak pum … (per fortuna solo uno scarpone) si scende anche con i piedi umidi. Non fa freddo ma la luce pian piano se ne va.
Arrivati a Pianezzo ho una brutta sorpresa: il ginocchio, quello sano, inizia a farmi male.
Non dico niente, tengo duro e proseguo. Arrivati all'ultimo ponte ormai zoppico vistosamente e non posso più tacere: duole!!!!
Ma si deve scendere. Iniziamo a cantare a squarciagola tutte le canzoni della nostra gioventù per non pensare alla stanchezza e al dolore al ginocchio. Pinuccio è un pochino più avanti ma a Baggio ci ricongiungiamo: lui ha avuto la fortuna di avere un incontro ravvicinato con un cervo femmina e ne è rimasto giustamente scosso. Peccato, noi urlavamo troppo perchè qualsiasi bestia ci si potesse avvicinare.
Ora il dolore è insopportabile e la luce è sparita del tutto, nonostante faccia capolino una luna piena stupenda. Ovviamente abbiamo una sola frontale (chissà di chi è … ) e la usa Nano per illuminare il percorso a tutti e 3. Purtroppo ricordo fin troppo bene la discesa, la Via Crucis, la mulattiera nel bosco. Mi devo aggrappare ai miei due soci per scendere. Fa male … occavolo … non faccio in tempo a guarire la mano che si ammala il ginocchio?
Ma non è questo il pensiero di adesso, ora devo solo pensare di arrivare alla macchina.
Ci arriviamo dopo poco più di 10 ore di cammino pressoché continuo.
Con la frontale ci cambiamo, risaliamo in macchina e via verso casa che è tardissimo!
Il giro, senza neve, è fattibile in 7 – 8 ore. Mettici la mia proverbiale lentezza, la mia proverbiale imbranataggine su neve, il mio ginocchio entrato in sciopero e arrivare a 10 ore è un attimo.
Il giro è davvero molto bello e non sono per niente pentita di aver accettato la sfida … anzi! Sono grata a Nano e Pinuccio di aver creduto in me.

Grazie ragazzi … alla prossima!
Quota partenza: m 650
Quota arrivo: m 2.198
Dislivello secondo Gipsy: circa m 1.835
Tempo totale, comprese le soste: 10 h 18 m
Km percorsi secondo Gipsy: 21

heliSLaLenta

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