sabato 28 gennaio 2012

Palanzone, Asino, Bolettone - 28 Gennaio 2012

Ma chi ci ferma? Non certo le previsioni di un pochino di neve.
“Buona lavata!” mi augura Giuliano.
Bene, metto l'ombrello nello zaino :)

Appuntamento al cimitero di Ponte Lambro, dove riposa Rino. Parto con qualche minuto di anticipo cosi da fare una visita alla tomba.
Esco dal cimitero e ancora non ci sono. Mando un sms a Cristina: “Se il cimitero è quello di Ponte Lambro io sono arrivata ma lasciare la macchina qui non mi sembra il caso”.
Niente. Non risponde. Decido di aspettare le 8:30 e poi telefono.
Chiama prima lei: anche noi siamo al cimitero ma non ti vediamo.
Al solito … i nostri rocamboleschi appuntamenti!
Per fortuna da loro passa un'anima (viva) e chiedono, cosi scopriamo che non sono a Ponte Lambro ma a Erba. Magico Tomtom, mi danno l'indirizzo e in 5 minuti li raggiungo.
Pioviggina, ma non ci scoraggiamo. La salita la facciamo dal sentiero che avevo percorso con Andrea in discesa, passando prima da Caslino d'Erba e poi dal Forum Francescanum.
La prima tappa tisana e torta la facciamo alla Bocca di Vallunga e qui iniziano le comiche. Nessuno vuole togliere lo zaino, per terra ormai si deposita la neve e la schiena, almeno la mia, è ormai fradicia. Allora vedi Luca che mi aiuta a prendere il thermos e la torta, Marco che aiuta Cristina a prendere i guanti, Cristina che aiuta Marco a prendere la bandana … sembriamo proprio una banda di deficienti :)
Riprendiamo, io con l'ombrello perchè ormai nevica che è una meraviglia.
La giornata prosegue con le prese per i fondelli relative alla pericolosità della neve: attenzione al traverso! Usti, qui c'è pericolo valanghe … e via di questo passo.
Si ride e si chiacchiera.
Io sono come al solito la lentina del gruppo e quando arriviamo in vista della cima sono abbastanza stanca. Rallento, ma non con la lingua e scherzando con il “Capo Marco” arrivo brontolando in cima: io non sono allenata … , ma dove mi avete portato …. , io che non metto mai il naso fuori di casa …
C'è un signore, fermo sotto la neve, unica altra anima con noi sulla vetta del Palanzone che ci guarda. Non sa se ridere o piangere ma quando gli proponiamo di farci una foto un po' particolare accetta subito con entusiasmo :) Ci vuole carattere per andare in giro con questo tempo :)
Scendiamo a rifocillarci un momento al Rifugio Riella … ovviamente per la strada più lunga … ovviamente io brontolo, oggi ho deciso di fare la “rompina delle gite CAI” tanto per prendere in giro l'accompagnatore Marco, il quale reagisce con serafica calma :)
Al rifugio chiedo una tisana, a me il tè non piace: niente tisane :( Va bene, mi bevo la mia mangiano il mio mezzo panino (si si, Giuliano, hai capito bene: ANCHE OGGI HO DIETRO UNO SPLENDIDO PANINOOOOOOOOOOO!!!!).
Cerco il telefono per vedere se prende, dovrei fare una telefonata, e cosi scopro che il telefono non c'è più. O è in macchina o l'ho perso prendendo i guanti alla prima sosta. Cristina mi consola: non ti preoccupare, se non è in macchina torniamo a cercarlo, abbiamo le frontali!
Riprendiamo sotto la neve che ormai è sempre più fitta.
Solo Cristina si preoccupa: ma facciamo tutto il giro? No, non crediate che sia lei a voler rinunciare, è quella più convinta ma ha paura che a rinunciare siamo noi.
Azzittita la “rompina del CAI” alla quale hanno tolto il potere di voto si decide all'unanimità di proseguire.
Ecco la prima salita invernale al famoso e inviolato Pizzo d'Asino … in cima non ci fermiamo però, proseguiamo: dobbiamo conquistare la nord del Bolettone … speriamo anche questa in prima.
Decidiamo però di fermarci un attimo alla Capanna Mara per finire il lauto pranzo e scoprire che anche qui non hanno tisane … niente acqua per i bagni … sono messi male sti poveri rifugisti :( !
Beviamo il caffè e poi affrontiamo l'impervia cresta nord del Bolettone che conquistiamo con immensa fatica e facendo molta ma MOLTA attenzione ai traversi insiodisi e al pericolo ormai marcato di valanghe …
Comiche per la foto di vetta e poi giù verso il buco del piombo.
In discesa mi riprendo un pochino, la stanchezza della salita passa (anche alimentata dal succulento panino) e arriviamo all'insidioso bosco. Qualche dubbio sui bivi, consulti tra di noi, e poi il buio … avanza … va bene che è brutto tempo, ma è possibile che sia già buio? Ma che ore sono? Nessuno di noi lo sa ma va bene cosi.
Solo Cristina ed io, le due linci del gruppo (nel senso visivo) ci preoccupiamo un pochino.
Arriviamo all'ultimo bivio per Erba, una volta che siamo al “ponte detto romano” siamo fuori dal bosco e allora aspettiamo a bere, a soddisfare i bisogni fisiologici perchè vogliamo essere fuori con gli ultimi scampoli di luce. La poca neve che è caduta qui con la terra e le rocce rendono insidiosa la discesa. Gli ometti procedono spediti, io e Cri invece procediamo più accortamente tanto che Marco ad un certo punto mi apostrofa: fai quello che vuoi basta che scendi!
Usti … cazziata anche da lui … devo avere davvero la lentite acuta :(
Ponte detto Romano. Fiuuuuuuuuuuuu
Ora le neve è solo un piccolo velo. Al paese arriva il momento più difficile: trovare la macchina :)
Gpsy aiuta anche in questo caso e non ci perdiamo.
In macchina cerco subito il cellulare: non c'è.
Sgrunt!
Chiedo comunque a Marco di chiamarmi mentre ormai si sta organizzando la spedizione per il giorno successivo in soccorso del telefono …. driiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnn !!!!!!!!!!!!!
Evvai! Eccolo trovato, era caduto in un angolino nascosto nel bagagliaio e stamattina, non vedendolo più, ho pensato che era nello zaino :)
E anche questa avventura è finita bene … questa splendida avventura!
Grazie compagni di viaggio: Cristina, Marco e Luca

heliSLaLenta


Quota partenza: 290
Quota arrivo: 1.434
Dislivello secondo Gipsy: m 1.670 circa
Tempo totale: 9 h 30 m
Km percorsi secondo Gipsy: 25 circa

Nessun commento:

Posta un commento