Ma chi ci ferma? Non certo le previsioni di un pochino di neve.
“Buona lavata!” mi augura Giuliano.
Bene, metto l'ombrello nello zaino :)
Appuntamento al cimitero di Ponte Lambro, dove riposa Rino. Parto con
qualche minuto di anticipo cosi da fare una visita alla tomba.
Esco dal cimitero e ancora non ci sono. Mando un sms a Cristina: “Se il
cimitero è quello di Ponte Lambro io sono arrivata ma lasciare la
macchina qui non mi sembra il caso”.
Niente. Non risponde. Decido di aspettare le 8:30 e poi telefono.
Chiama prima lei: anche noi siamo al cimitero ma non ti vediamo.
Al solito … i nostri rocamboleschi appuntamenti!
Per fortuna da loro passa un'anima (viva) e chiedono, cosi scopriamo che
non sono a Ponte Lambro ma a Erba. Magico Tomtom, mi danno l'indirizzo e
in 5 minuti li raggiungo.
Pioviggina, ma non ci scoraggiamo. La salita la facciamo dal sentiero
che avevo percorso con Andrea in discesa, passando prima da Caslino
d'Erba e poi dal Forum Francescanum.
La prima tappa tisana e torta la facciamo alla Bocca di Vallunga e qui
iniziano le comiche. Nessuno vuole togliere lo zaino, per terra ormai si
deposita la neve e la schiena, almeno la mia, è ormai fradicia. Allora
vedi Luca che mi aiuta a prendere il thermos e la torta, Marco che aiuta
Cristina a prendere i guanti, Cristina che aiuta Marco a prendere la
bandana … sembriamo proprio una banda di deficienti :)
Riprendiamo, io con l'ombrello perchè ormai nevica che è una meraviglia.
La giornata prosegue con le prese per i fondelli relative alla
pericolosità della neve: attenzione al traverso! Usti, qui c'è pericolo
valanghe … e via di questo passo.
Si ride e si chiacchiera.
Io sono come al solito la lentina del gruppo e quando arriviamo in vista
della cima sono abbastanza stanca. Rallento, ma non con la lingua e
scherzando con il “Capo Marco” arrivo brontolando in cima: io non sono
allenata … , ma dove mi avete portato …. , io che non metto mai il naso
fuori di casa …
C'è un signore, fermo sotto la neve, unica altra anima con noi sulla
vetta del Palanzone che ci guarda. Non sa se ridere o piangere ma quando
gli proponiamo di farci una foto un po' particolare accetta subito con
entusiasmo :) Ci vuole carattere per andare in giro con questo tempo :)
Scendiamo a rifocillarci un momento al Rifugio Riella … ovviamente per
la strada più lunga … ovviamente io brontolo, oggi ho deciso di fare la
“rompina delle gite CAI” tanto per prendere in giro l'accompagnatore
Marco, il quale reagisce con serafica calma :)
Al rifugio chiedo una tisana, a me il tè non piace: niente tisane :( Va
bene, mi bevo la mia mangiano il mio mezzo panino (si si, Giuliano, hai
capito bene: ANCHE OGGI HO DIETRO UNO SPLENDIDO PANINOOOOOOOOOOO!!!!).
Cerco il telefono per vedere se prende, dovrei fare una telefonata, e
cosi scopro che il telefono non c'è più. O è in macchina o l'ho perso
prendendo i guanti alla prima sosta. Cristina mi consola: non ti
preoccupare, se non è in macchina torniamo a cercarlo, abbiamo le
frontali!
Riprendiamo sotto la neve che ormai è sempre più fitta.
Solo Cristina si preoccupa: ma facciamo tutto il giro? No, non crediate
che sia lei a voler rinunciare, è quella più convinta ma ha paura che a
rinunciare siamo noi.
Azzittita la “rompina del CAI” alla quale hanno tolto il potere di voto si decide all'unanimità di proseguire.
Ecco la prima salita invernale al famoso e inviolato Pizzo d'Asino … in
cima non ci fermiamo però, proseguiamo: dobbiamo conquistare la nord del
Bolettone … speriamo anche questa in prima.
Decidiamo però di fermarci un attimo alla Capanna Mara per finire il
lauto pranzo e scoprire che anche qui non hanno tisane … niente acqua
per i bagni … sono messi male sti poveri rifugisti :( !
Beviamo il caffè e poi affrontiamo l'impervia cresta nord del Bolettone
che conquistiamo con immensa fatica e facendo molta ma MOLTA attenzione
ai traversi insiodisi e al pericolo ormai marcato di valanghe …
Comiche per la foto di vetta e poi giù verso il buco del piombo.
In discesa mi riprendo un pochino, la stanchezza della salita passa
(anche alimentata dal succulento panino) e arriviamo all'insidioso
bosco. Qualche dubbio sui bivi, consulti tra di noi, e poi il buio …
avanza … va bene che è brutto tempo, ma è possibile che sia già buio? Ma
che ore sono? Nessuno di noi lo sa ma va bene cosi.
Solo Cristina ed io, le due linci del gruppo (nel senso visivo) ci preoccupiamo un pochino.
Arriviamo all'ultimo bivio per Erba, una volta che siamo al “ponte detto
romano” siamo fuori dal bosco e allora aspettiamo a bere, a soddisfare i
bisogni fisiologici perchè vogliamo essere fuori con gli ultimi
scampoli di luce. La poca neve che è caduta qui con la terra e le rocce
rendono insidiosa la discesa. Gli ometti procedono spediti, io e Cri
invece procediamo più accortamente tanto che Marco ad un certo punto mi
apostrofa: fai quello che vuoi basta che scendi!
Usti … cazziata anche da lui … devo avere davvero la lentite acuta :(
Ponte detto Romano. Fiuuuuuuuuuuuu
Ora le neve è solo un piccolo velo. Al paese arriva il momento più difficile: trovare la macchina :)
Gpsy aiuta anche in questo caso e non ci perdiamo.
In macchina cerco subito il cellulare: non c'è.
Sgrunt!
Chiedo comunque a Marco di chiamarmi mentre ormai si sta organizzando la
spedizione per il giorno successivo in soccorso del telefono ….
driiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnn !!!!!!!!!!!!!
Evvai! Eccolo trovato, era caduto in un angolino nascosto nel bagagliaio
e stamattina, non vedendolo più, ho pensato che era nello zaino :)
E anche questa avventura è finita bene … questa splendida avventura!
Grazie compagni di viaggio: Cristina, Marco e Luca
heliSLaLenta
Quota partenza: 290
Quota arrivo: 1.434
Dislivello secondo Gipsy: m 1.670 circa
Tempo totale: 9 h 30 m
Km percorsi secondo Gipsy: 25 circa
sabato 28 gennaio 2012
Palanzone, Asino, Bolettone - 28 Gennaio 2012
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