venerdì 1 agosto 2014

Val d'Agnel – q 2.830 m - 1 Agosto 2014

Le foto


Per raccontarvi la storia di oggi devo andare indietro nel tempo … tanto indietro … cercherò di essere breve.
Questa storia nasce tanti anni fa, quando Giuliano decide di voler andare in montagna e trascina nella sua avventura un collega della moglie, Rino. Fanno insieme un corso di alpinismo prima, poi imparano a sciare e quindi un corso di sci alpinismo. Praticano alpinismo ad un buon livello, direi ottimo, fino a che Giuliano non fa conoscere a Rino una sua collega …. diventerà la moglie di Rino e insieme metteranno al modo 3 figli. Man mano che i figli nascono, Rino inizia a diminuire le difficoltà, sente addosso tutta la responsabilità di un padre di famiglia. Giuliano, grande amico, accetta volentieri la cosa e si calmano per un po'.
E cosi arriviamo a quel fatidico 2 aprile 2010.
Giuliano e Rino fanno una classicissima sci alpinistica, il Piz d'Agnel ma salendo, a quota 2.830, Rino non si sente bene. Mangiano qualcosa e ripartono. Ancora non va. Giuliano è pronto a rientrare immediatamente quando Rimo urla, stringe le mani al petto e cade … esanime … Due ragazzi che sono li si avvicinano, aiutano Giuliano a proteggere Rino con i teli termici, chiamano immediatamente la Rega spiegando l'accaduto … ma Rino è già morto. Non è servito il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca fatta subito da Giuliano, non è servito l'intervento del medico della Rega, non è servito portarlo a Coira, dove c'è una unità di rianimazione.
Rino non c'è più. Lascia la moglie e 3 figli piccolissimi.
Giuliano è prostrato dal dolore. La settimana successiva decide di tornare su, da solo, per lasciare una traccia nel punto in cui è successo. Colora una pietra di verde e arrivato al punto (c'erano ancora le tracce dell'elicottero) scava più profondo che può nella neve e mette la pietra.
In estate saliamo con la moglie e alcuni amici a cercare il punto. Arrivati in quota non troviamo la pietra. Giuliano sembra un orso in gabbia, fa avanti e indietro, non si da pace … eppure è qui, continua a ripetere. Ci fermiamo tutti: Giuliano, mangiamo qualcosa, poi cerchiamo ancora.
Ad un certo punto si sente la moglie di Rino che, un po' più in la rispetto a dove siamo noi, chiede: ma l'hai colorata solo da una parte la pietra?
Ecco, questo fatto che l'abbia trovata lei, nonostante la pietra fosse con la faccia colorata a terra e lei non sapesse che forma avesse …. ci ha commosso non poco.
Giuliano ha preparato con le sue mani una piccola croce, si confonde con le rocce. Decide di metterla un po' spostata rispetto al luogo esatto, perchè sia fuori dal sentiero, sia poco visibile … insomma, non vuole che dia fastidio ma lui sente molto forte di dover fare questa cosa.
Giuliano torna su un paio di mesi dopo per affrancare meglio la croce in modo che possa resistere alle intemperie che a quella quota possono essere pesanti.
Passano i mesi e arriva il primo anniversario. Si decide di far dire una messa là, si trova un frate disposto a salire con noi. Vengono su gli amici di Rino e di Giuliano, e alcuni amici miei perchè pochi giorni prima viene a mancare un mio caro amico, per me evento improvviso, l'ho visto a gennaio … lui non ha voluto farci sapere della sua malattia per cui è stato davvero un fulmine a ciel sereno.
La settimana prima con Giuliano decidiamo di salire per vedere se riusciamo a scoprire la piccola croce che è certamente sommersa dalla neve. Spaliamo, cerchiamo con le sonde, non so quanto tempo siamo stati li ma la croce non l'abbiamo trovata.
Siamo un po' mogi ma non abbiamo alternative.
Il giorno fissato per la celebrazione, arriviamo su e …. la punta della croce spunta fuori dalla neve … altra fortissima emozione ….
L'anno dopo torniamo ancora, stavolta siamo in pochi, mangiamo con Rino e portiamo i disegni che i suoi bimbi hanno fatto per lui; li mettiamo dentro una borraccia di plastica che leghiamo poi alla croce. Mettiamo anche la bandierina tibetana e poi scendiamo.
Poi, il 17 novembre il nostro incidente.
Era quindi un anno e mezzo che non salivamo.
Era un anno e mezzo che Giuliano non andava in montagna, se tralasciamo qualche piccola passeggiata qui da noi, tranquilla e corta.
Non abbiamo più, né io né lui, la testa per la montagna ma se io vado comunque a far qualcosa per portare in giro Kyra, Giuliano, visto quello che ha passato (la riabilitazione è durata un anno!) non ha più intenzione di riprendere.
Quando mi dice che vuole tornare li non me lo faccio dire due volte.
Guardo costernata la meteo … invece arriva la telefonata: andiamo, porta l'ombrello.
Siamo su in circa 2 ore, apriamo la borraccia ancora legata alla croce e le foto e i biglietti sono ancora li, solo un poco umidi. La mia bandiera tibetana è ancora li ….
E una forte emozione … ma ancora più forte essere qui con Giuliano e Mario …
Lo so, è una eccezione, ma io sono felice che Giuliano abbia trovato la voglia per tornare qui, a trovare il suo amico … perchè per noi Rino sarà sempre qui, tra le montagne che amava tanto e nel luogo in cui si è addormentato per sempre.

Hanno camminato con noi Giuliano e Mario

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 2.207
Quota arrivo: punto massimo m 2.799
Dislivello: m 610 circa
Tempo totale: 4 h
Km percorsi: 8,4 circa

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