venerdì 23 gennaio 2015

Avventura del 23 Gennaio 2015


Avventura: avvenimento singolare o straordinario; anche impresa rischiosa e affascinante.

Arriviamo al parcheggio tardi; la strada è pulita ma i parcheggi no. Ne trovo uno dove penso di poter uscire (ci provo … si sa mai!) e ci prepariamo.
C'è una macchina, un suv che cattura la mia attenzione: la signora con bimba appresso è li da prima di noi ma noi partiamo che loro non sono ancora pronte ma non è questo a farmi riflettere quanto il fatto che, nonostante avesse il SUV ha parcheggiato fuori dal luogo preposto, sulla curva, per evitare di appoggiare le ruote sulla neve. Ora, mi chiedo: ma ca@@o hai preso a fare il suv???
Con questi pensieri inizio a camminare. Nonostante sia tardi la neve è ghiacciata e non è per nulla piacevole la progressione ma Kyra corre come una matta, sale e scende dal bosco e se ne impippa se io faccio fatica a stare in piedi … amore mio … vederla correre cosi felice e poi tornare da me per poi tornare a correre mi fa passare tutto il malumore e ora sono contenta di essere qui.
Nonostante il ghiaccio presto inizia a fare caldo. Ancora qualche minuto di camminata e la neve si trasforma in picio pacio.
Dopo un'oretta prima sosta. Beviamo, mangiucchiamo e ci godiamo un po' di sole.
Riprendiamo il nostro percorso e ora la neve inizia a essere bella. Purtroppo Kyra non sta su. O è ingrassata oppure la neve è più molle del solito sta di fatto che anche Kyra ogni tanto “affonda”. Non si scoraggia, continua nelle sue perlustrazioni fino a fare un buco nella neve e a volerci sparire dentro: chissà cosa c'era li sotto!
Arrivo al colle. Le tracce vanno da un'altra parte rispetto a dove vogliamo andare noi ma vedo una buona parte del percorso e laggiù riprendono. Non capisco da dove arrivano ma la traccia si vede.
Altra piccola sosta e riprendiamo. Devo dire che è la prima volta che mi tocca battere traccia da sola e all'inizio sono anche gasata. Mi spiace rovinare lo splendido manto che la madre bianca ha messo finalmente sul suolo, ma cerco di seguire il sentiero ed è bello voltarsi e vedere le tue tracce!
Ma ecco che Kyra è scomparsa.
La Chiamo. Niente.
Torno sui miei passi e la vedo li giù nel bosco. Ha voluto fare la coraggiosa ma ora non è più in grado di risalire. Tata … non mi ha neppure chiamata ma appena mi vede si tranquillizza. Scendo a prenderla ridendo: spero che ora non ci andrai più laggiù, oggi non è giornata mia cara!
Le cose iniziano a farsi complicate. La neve è parecchia, va dal polpaccio al ginocchio e io, gambetta corta, quando devo salire non riesco neppure a mettere il piede davanti perché c'è la neve a ostacolarmi. E c'è un maledetto vento gelido che a raffiche ci tiene compagnia.
Kyra continua ad affondare ogni tanto con una zampetta e non si allontana più. Cerca di stare nelle mie tracce ma sono troppo alte per lei … diciamo che entrambe abbiamo il nostro da fare!
Finalmente arriviamo al punto dove secondo me dovevano iniziare le tracce.
Ovviamente non sono tracce ma solo le linee che la neve ha segnato sul percorso.
Un pochino mi maledico, ora inizia la salita vera ma siamo qui, che dobbiamo fare?
Riprendo. E' ripido e la mia fatica aumenta. Non sono allenata e non sono per nulla abituata a battere traccia, figuriamoci in salita! Dove faccio fatica Kyra mi si avvicina, mi lecca … solo che la sua presenza li davanti a me mi impedisce di salire … la adoro la mia tata … ma scostati un momentino COZZA!!!
Ora inizio a ridere meno. Kyra pure non si diverte più tanto. Io sono stanchissima, le gambe non mi reggono e le braccia sono indispensabili per la progressione. Spero che dopo il dosso successivo arrivi la cima e invece, quando si apre la visibilità, la cima la vedo la lontanissima.
No, non è che mi scoraggio, oggi abbiamo ancora tanta luce, ho il GPS e la batteria del cell, l'acqua e da mangiare; da questo punto di vista siamo a posto.
Però sono stanca. Mi devo fermare spesso non tanto a respirare quando a far riposare le gambe. Tanto di cappello a chi batte traccia, è davvero faticoso soprattutto se sei alta un soldo di cacio come la sottoscritta.
Con piccole soste per bere o anche solo per far riposare tutte e 6 le zampotte proseguiamo fino a che non mi giro (non sento più il campanello di Kyra) e la vedo un bel pezzo indietro. La chiamo. Lei si gira verso di me, ma torna a guardarsi indietro. Capisco che è di nuovo in difficoltà. La chiamo ancora mentre torno sui miei passi e lei mi chiama con le zampette davanti. Per un attimo mi sembrava intrappolata, ho temuto una trappola e invece aveva una palla di neve attaccata alla zampa posteriore che aveva un diametro di almeno 15 cm, giuro! E una marea di altre palle che le impedivano la progressione. La libero, cerco di staccare anche le altre palle ma ora abbiamo un problema in più. Cerco di appiattire ben bene dove passo per evitare alla neve di attaccarsi al suo pelo ma le gambe non sono tanto d'accordo. Allora la prendo per la maniglia della splendida pettorina che ha ricevuto in dono per Natale e cerco di tenerla sollevata sulla neve cosi che possa camminare al mio fianco. Ma è dura e le mie braccia non mi permettono di mantenere spesso la posizione cosi cambio tra braccio destro e sinistro.
Andiamo avanti cosi per un po' ma io non ce la faccio se non mi aiuto con le mani, ricordo che la neve arriva sempre almeno al polpaccio, a volte anche al ginocchio.
Allora provo a prenderla in braccio, tento di mettermela dietro al collo. La prima volta non capisce e cerca di scendere, poi sembra aver capito e sta li ferma ferma.
Lei è bagnata e fredda gelata e il vento continua a raffiche ma poco mi importa, so che quando arriveremo in vetta potremo asciugarci e poi scendere dalla via che sicuramente è battuta.
Ma non ce la faccio. Dopo poco mi devo fermare e riprendo a tenerla su con la maniglia mano destra, mano sinistra …
Finalmente spiana un momentino. La più avanti vedo delle tracce, qualcuno che dalla cima ha fatto qualche passo nella mia direzione ma poi, visto che non era battuto, se ne è tornato da dove era venuto.
Allora inizio a battere bene la mia traccia per permettere a Kyra di proseguire ma spesso mi devo fermare per toglierle le palle di neve. Oltretutto, non avendo il cappotto, si attaccano anche al pelo della pancia povera tata!
Quando arrivo alle tracce battute cambia tutto. La stanchezza scompare, qui è tutto più semplice. Preparo una bella pista per Kyra e tocchiamo finalmente la vetta.
Sono quattro ore e mezza che camminiamo,
Due ore a battere traccia per coprire 200 m di dislivello ….
Cerco di togliere tutta la neve a Kyra, le metto un cappottino leggero (il vento è davvero gelido e lei è tutta bagnata) e le offro tutti i croccantini che ho portato dietro, se li merita davvero!
Scendiamo dalla strada, battutissima. Kyra rimane dietro di me per quasi tutto il percorso. Solo quando la neve si fa più rada si fida a spostarsi e proseguire con le sue snasate.
Arriviamo alla macchina.
Lei sale, si acciambella e prima di addormentarsi mormora: "Mamma, ma non è che la prossima volta ci portiamo dietro qualche zio che cosi non ci mettiamo ancora nei pasticci?"

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 900 Alpe del Vicerè
Quota arrivo: m 1.317 Bolettone passando dalla Bocchetta di Molina
Dislivello: m 550 circa
Tempo totale: 5 h 37 m compreso di tutto
Km percorsi: 9.4 circa

Nessun commento:

Posta un commento