sabato 27 giugno 2015

Ricordando 17/11/2012 – 27 Giugno 2015


Le parole di oggi:
Commemorare: ricordare solennemente una persona o un avvenimento

Ho fatto di tutto per avere altro da fare oggi, ma niente. Il Pizzo è li che mi chiama. Mi sarebbe piaciuto andarci con Mario a Aurora (inutile dire che metterei al primo posto Giuliano … ) ma non so se riusciremo. Io per adesso vado in perlustrazione, da sola.
Alla fine ho capito che era la cosa giusta per me.
La notte ho fatto un sogno balordo, sempre sotto l'acqua; mi sveglio stanca, mi alzo lo stesso, mi preparo e con Kyra parto.
Vorrei fare esattamente lo stesso percorso di salita. Ci riuscirò anche se il pezzo tra il Trona e Falc lo farò in discesa (ma davvero siamo passati da qui con la neve???)
Parcheggio allo stesso posto. Scendo e apro la porta a Kyra.
Per fortuna arriva un ragazzo a cui Kyra abbaia e cosi ci mettiamo a parlare, lui accarezza la mia tata che gongola e il magone passa.
Partiamo. Incontriamo greggi e miracolosamente Kyra appena li guarda. Se tende a partire la chiamo, NO! e lei rimane vicino a me. Altra vittoria mia piccola tata!
Il sentiero si alterna alla strada agrosilvopastorale che, se da una parte ha deturpato la valle, dall'altra è di grande aiuto agli alpeggi. Il sentiero permette di fare almeno la metà del percorso fuori dalla strada per cui non me la sento di lamentarmi più di tanto.
Iniziano i ricordi, vivi come se fosse ieri … ma perché non riesco a dimenticare?
Qui facevo il pagliaccio, era presto e faceva freddo. Io al solito lenta, sparavo cazzate agli altri sperando cosi di farmi aspettare per capire almeno quello che dicevo.
Al tavolo ci eravamo fermati a bere qualcosa di caldo, con Giuliano che brontolava sempre ma faceva anche un sacco di foto.
Oggi incontro una famiglia di Sondrio, molto alla mano e simpatica, faremo più o meno la strada insieme fino al Falc. E' grazie a loro che ho una bella foto li al tavolo.
..
Si prosegue, l'ultimo pezzo prima del Trona è su strada. Qui Pinuccio mi ha chiesto il favore di disfargli il nodo dei calzoni di pile che gli vanno larghi e cadono e quel nodo impedisce di stringerli alla cintura. Continuava a dimagrire quel ragazzo, lo dicevo a Giuliano che forse era meglio fare un po' di esami.
Tutto contento quando finalmente ce l'ho fatta, con i calzoni che finalmente stanno su procediamo.
Il Trona, inteso come rifugio, non si vede, prendiamo il sentiero che sale a destra.
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Oggi il Trona si vede, i prati sono verdi e pieni di colore. Il rifugio è gestito, i gestori sembrano simpatici ma oggi no, non ho voglia/tempo di fermarmi.
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La neve, è ghiacciata ma si cammina bene. Ora siamo silenziosi, in armonia con la natura che sta per addormentarsi. Ognuno perso nei propri pensieri chiedendo solo a Giuliano la strana quando siamo indecisi.
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Prendo il sentiero basso, quello alto lo farò al ritorno. Mi ricongiungo con la famiglia di Sondrio e scherzando gli dico: “Non è che conosci Eliana?” Manco a farlo apposta la conosce “ma chi, la moglie di Fulvio?” Ah ah ah piccolissimo il mondo! Chiacchieriamo e insieme arriviamo al Falc.
Uno sguardo, arrivavamo da la.
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Pinuccio ha preso la traccia bassa, io quella alta, Giuliano è indietro. Mi preoccupo, avrò preso la traccia migliore? A me sembra di si ma Pinuccio è su quella giù! Arrivo al Falc, arriva anche Pinuccio che alla fine ha preso anche lui la alta.
Mentre aspettiamo Giuliano ci ramponiamo, non si sa mai e quando arriva pure lui ci guarda: ma si, dai, vi tengo compagnia e li metto pure io anche se non servono, la neve è sincera.
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Guardo la porta del rifugio, dove eravamo seduti con la fida Kira a tenerci compagnia e a infilarci i ramponi.
Scoppio a piangere. Mi allontano un po' per non farmi vedere ma non c'è problema, anche se vedono le mie lacrime nessuno mi chiederà nulla.
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Proseguiamo. Kira ha paura, Pinuccio la tiene legata ma io da dietro mi rendo conto che non è tranquilla. Cerchiamo una strada più adatta a lei, qui è troppo ripido e in traverso!
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La strada è lunga. Non mi ricordavo. Man mano che mi avvicino la vetta si copre di nuvole e io perdo un po' il senso dell'orientamento (l'ho mai avuto?); ad un certo punto mi pare di essere nel posto giusto. Guardo l'altimetro, 2.300 m … un po' basso … mi guardo intorno … eppure potrebbe essere qui … non ne sono convinta ma voglio controllare lo stesso. Ho fatto una fatica immensa ad arrivare qui. Le gambe non volevano sapere di andare oltre. Mi imponevano di fermarmi ma io no, con la testa ho tirato avanti, piano piano ma sempre più su.
La targa non c'è, non è questo il posto. E poi la nuvolaglia si dirada e vedo che sono ancora ben lontana. Le gambe a questo punto riprendono ad andare, potere della mente.
Proseguo lentamente mentre Kyra incontra in modo ravvicinato i primi stambecchi. Ovviamente non si tira indietro …. tata, non potrai mai competere con loro!
Passo dopo passo, metro dopo metro arrivo. La targa è li che mi guarda con un mazzo nuovo di fiori gialli ma il luogo ora lo riconosco anche senza.
Appoggio lo zaino, cerco il canale, aspetto che le nuvole si alzino per capire l'esatta traiettoria del volo, è li che voglio lanciare i miei fiori.
Quando ho tutto chiaro mi siedo, macchina fotografica e fiori con me, e scoppio a piangere.
Come quel giorno non c'è in giro nessuno. Sono sola. Con le mie lacrime. E un urlo mi sale da dentro: perché diavolo non mi sono attaccata al tuo braccio impedendoti di scendere? Dovevo farlo in tutti i modi, anche se forse mi avresti poi odiato … ora odio me per non averlo fatto.
Prendo i miei 4 fiori colti dal mio giardino.
Il primo per Pinuccio, il secondo per la sua Kira, il terzo per la vita di Giuliano cambiata cosi radicalmente da quel giorno e il quarto per la mia di vita … noi, come eravamo fino a quel giorno, non ci siamo più.
Li lancio uno ad uno.
Sono sempre sola con la mia Kyra. Quando mi risiedo viene ad appoggiare il capino sulla mia gamba e sta li con me.
Ho nelle orecchie ancora le mie urla. Davanti ai miei occhi quel volo. Non riesco a dimenticare. Quei secondi che paiono minuti. Le telefonate con il soccorso. Io che chiamo con tutta la voce che ho in gola. L'idea di scendere ma poi chi coordina i soccorsi?
Kyra mi fa capire che vuole salire. A me non importa la cima. Voglio scendere dalla Valle dell'Inferno per passare proprio sotto a quel luogo ma la tata vuole la cima.
Ci avviamo. Lentamente. Lei non ha problemi, non li avrebbe neppure se ci fosse la neve.
In cima c'è solo un ragazzo, ma scende quasi subito. Sembra fatto apposta. Oggi nessuno è qui. Ci hanno lasciate sole. Qualche foto. Una paginetta scritta sul libro di vetta. Un ringraziamento a chi ha messo le nuove bandierine (le avevo messe pure io quel giorno).
Eravamo seduti qui a mangiare, in piedi qui a fare la foto.
Poi la discesa.
Non penso più all'incidente, ora ho la mente occupata a pensare alla discesa dalla valle dell'inferno e Kyra mi aiuta a pensare ad altro. Lei corre anche sulle placche e prende il sentiero che abbiamo fatto salendo fino a scomparire la dietro le rocce a sinistra. Che hai mai visto? Fischio. Con il fischietto a ultrasuoni, io non sono capace di fischiare. Lei ricompare e come un bimbo che ha ben altro da fare mi guarda, scodinzolando: che c'è mamma di cosi urgente da disturbarmi? Niente, tata, vieni.
Si, dopo mamma! E corre di nuovo via. Sono scoppiata a ridere perché, giuro, l'espressione era proprio quella.
Il bivio è però li e non vorrei che Kyra pensi di tornare dallo stesso sentiero di salita.
Fischio ancora.
Stessa scena: ancora mamma? Che c'è stavolta?
Andiamo tata!
Parolina magica, corre da me e prende il sentiero di discesa.
Il mio dolce amore …
Neve. Tanta neve. E io ho le scarpe basse. Me lo aspettavo e nella mia testa c'era di mettere le ghette nello zaino. Ovviamente sono rimaste a casa e anche se le pendenze sono tranquille devo scendere piano per evitare di inzupparmi i piedi.
Continuo a guardare Gipsy, mi piacerebbe trovarmi vicino al luogo in cui sono atterrati ma li la montagna è troppo infida. Il sentiero porta alla Bocchetta dell'Inferno e poi scende tenendo la destra e spostandosi a sinistra ben dopo il punto in cui devono averli ritrovati.
Pazienza, è comunque qui che è successo. A Giuliano porterò il racconto, a Pino e Kira un piccolo ricordo di oggi, di questo momento in cui loro sono ancora qui con me.
Passata la neve, le rocce e i guadi, si torna sul calmo sentiero. Ora mi rendo conto che la meteo sta mettendosi al brutto. Vorrei arrivare almeno al Trona prima della pioggia cosi che posso prendere la strada con l'ombrello invece di inzupparmi sul sentiero ma la testa non vuole, vuole godersi appieno la giornata che ho dedicato a questa commemorazione.
Arrivati al Falc ho il piacere di essere riconosciuta da due splendide persone che ho perso di vista ormai da anni, sono stati dolcissimi, non c'è stato neanche bisogno di spiegare perché ero li, mi hanno solo chiesto dove esattamente è successo.
Un abbraccio, a rivederci presto ancora sui monti e poi prendo il sentiero per scendere.
Poco prima del Trona mi devo fermare a mangiare. Sbagliato, ci fermiamo a mangiare, povera Kyra, tra rincorse di marmotte e camosci penso sia stanca pure lei.
Macchina.
Kyra, le dobbiamo pulire le zampine, sono troppo nere nere.
MAMMA! Ma non lo senti che tuona???? Come puoi pensare di pulirmi le zampine con i tuoni in arrivo????
Facciamo in tempo, accendo la macchina e scendono le prime gocce.
Sulla strada incontro una signora a piedi. Faccio quello che a volte vorrei fosse capitato a me: mi fermo e le chiedo se vuole un passaggio. Accetta. Un piccolo pezzo ma sempre un aiuto ad arrivare prima.
Arrivo a casa tardi. Le bestie devono mangiare, l'orto ha bisogno di acqua poi finalmente una doccia. Quando si torna a casa tardi sarebbe meglio ordinare una pizza, invece metto su l'acqua per la pasta, l'insalata è pulita e i pomodorini appena colti dall'orto.
Il mio corpo è stanco. Stanco che fa fatica anche a mangiare. La mente invece no.
Sono costretta ad andare a letto ma la mente è vigile. Il corpo non accetta neanche la lettura ma il sonno non viene a concludere questa anomala giornata.

heliSLaLenta & Kyra accompagnate dai ricordi ancora dolorosi

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.477
Quota arrivo (altezza massima): m 2.556
Dislivello: m 1.235 circa
Tempo totale: 8 h 35 m compresa di soste e commemorazione
Km percorsi: 19,2 circa

2 commenti:

  1. Veramente commovente!
    La mia testa non vuole più tornare in montagna, soprattutto al pizzo ma ti ringrazio per esserci tornata e posso immaginare il dolore che provoca il ricordo di quel maledetto giorno.

    Giuliano

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  2. Come sai io ormai vado solo a camminare, per stare in mezzo alla natura, niente di più.
    Dobbiamo elaborare e superare quella gioranta per andare avanti ... e purtroppo non è cosi facile.
    S.

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