mercoledì 1 luglio 2015

Sotto il Cardinello – Q 2.375 m – 1 Luglio 2015


Le parole di oggi:
Testardo: si dice di persona che vuol fare sempre a modo suo, che persiste in un atteggiamento o in una decisione, rifiutando di ascoltare i consigli e le ragioni degli altri

Un po' lo sono. Anche se poi viene fuori anche un po' di timore.
In ogni caso, prima di fare una delle gite che ho in mente da un po', preferisco provarmi su un sentiero prima di tutto non ad anello, e poi su una meta che non è tra i miei desiderata, in modo tale che se non me la sento non ci rimango male.
Tutto come da copione.
Cercavo una cima da 1800 – 1900 m di dislivello con i canonici 20 km e mi sono imbattuta in questa. Si parte bassi ma non me ne faccio (sbagliando) un problema. Cerco di partire presto.
La relazione mi dice di partire da una frazione a circa 1000 m. Raggiungo la valle, trovo il cartello per il rifugio e allora mi fermo e mi cambio ma quando accendo Gipsy mi rendo conto che sono a 840 m. Che fare? Provo a proseguire con la macchina. Trovo la frazione ma non il sentiero. Dei ragazzi stanno tagliando l'erba e li disturbo con il mio saluto. Uno di loro, il più vicino, ferma la macchina infernale e si avvicina. Un gran bel tocco di ragazzo (vista la mia età posso permettermi certi apprezzamenti!) e chiedo a lui. Mi dice che non mi conviene, perché al ritorno devo risalire e in ogni caso non è di facile individuazione. Meglio partire dal punto che avevo individuato prima.
Saluto il gran bel ragazzo gentile e disponibile … quanti ce ne sono ancora cosi?
Torno da dove sono venuta, ri-parcheggio e con Kyra iniziamo questa avventura.
L'inizio è su una strada sterrata. Arrivo a delle case, altro signore che taglia l'erba. Saluto con la mano e proseguo. Lui ferma la macchina infernale e mi chiede se vado al Vincino. Alla mia risposta affermativa mi dice di scendere a prendere li il sentiero perché con la costruzione della strada proseguendo risulta più problematico prenderlo.
Ringrazio e scendo. Mi sento chiamare: non da li! Prendi di sopra! Non capisco e allora il gentil signore scende e mi accompagna sul sentiero. Ma che gente meravigliosa abita da ste parti!
La valle la conoscevo in parte in quanto, prima del 2000, sono stata a dormire al rifugio Vincino con il gruppo che allora frequentavo.
Purtroppo inizio a sentire delle punture. Mannaggia … sono degli insetti neri/grigi, grossi e con le ali. Saranno mica tafani? Naaaaa, dai … il tafano è una grossa mosca! Sberleggiandomi in continuazione continuo a camminare pensando con angoscia al ritorno.
Si attraversa una valle e poi un'altra. Rivoli di acqua mi fanno stare tranquilla almeno per Kyra. Poi un bellissimo bosco con un sentierone in falso piano e finalmente il cartello per il rifugio. Da qui in poi i tafani la smetteranno di rompere perché si, un villano che sta raccogliendo l'erba tagliata mi conferma che sono tafani … bastardi ….
Si sale. Arrivo all'alpeggio e ancora una fontana. Diciamo che qui l'acqua non manca, per fortuna. Non c'è il sole ma è umido e purtroppo vedo le cime sempre immerse nelle nuvole. Ci accolgono una decina di splendidi cani. I loro abbai sembrano cattivi. Mi fermo, aspetto. Invece arrivano e chi annusa Kyra, chi annusa me e chi si fa coccolare. Nel frattempo esce il pastore che li chiama. Bene, tutto a posto.
Mi avvicino per bere e il pastore viene a salutarmi. Facciamo 4 chiacchiere e poi mi offre il caffè: come fare a rifiutare? Sono lui e un giovane che quasi non parla. Soli con i cani e pecore e asini al pascolo. La casa è confortevole ma molto in disordine, nel camino ci sono tutti i loro rifiuti e li vicino una toma di formaggio. Sono uomini, sono pastori … E' pieno di mosche ma dopo l'assalto dei tafani non mi danno neppure fastidio. A proposito di tafani chiedo anche a lui e mi spiega che questo è il loro periodo, dura circa un mese e mezzo e mi è ancora andata bene perché non mi hanno punto poi in tanti.
Cavolo, inizio a pensare ai miei bei pantaloni lunghi, alla camicia che avrei potuto portare dietro … non so se mi trovassi a scegliere tra caldo e tafano cosa sceglierei.
Beviamo il caffè; io sono omaggiata di tazzina in acciaio, il mio ospite ha una tazza di legno e il ragazzo un bicchiere. Mi vengono in mente i servizi da caffè cittadino dove se non hai il piattino c'è chi si lamenta perché “dove metto il cucchiaino!”
Purtroppo il pastore mi dice che difficilmente le nuvole si alzeranno e che il tempo era cosi anche ieri. Che è un peccato salire su con questo tempo che non si vede nulla.
Mi racconta di chi ha ospitato qui perché non riusciva a raggiungere la sua meta in giornata.
Antica ospitalità … mi sento a casa.
Ma il tragitto è lungo, saluto e ringrazio e riprendo il cammino.
Ora è difficile trovare il sentiero. Erba alta, segni sui sassi ma nascosti dalla vegetazione. Per fortuna ho una traccia GPS che seguo e riesco, confortata dai segni e da flebili tracce, ad uscire dai prati.
Alle rovine di un alpeggio trovo dei cartelli ma nessuno indica il Cardinello. So che il sentiero per la cima non è segnato per cui so anche, vista la meteo, che non salirò ma siccome il mio obiettivo è di fare dislivello proseguo per la capanna Como.
Però, perché non provarci? Penso mentre proseguo, controllando GPS e segni. Mentre medito leggo la relazione e so che tra breve devo deviare a sinistra, salendo. E anche il sentiero devia a sinistra salendo. Questo mi ha un po' mandato in confusione per cui, quando riguardo il GPS, mi rendo conto che per la cima avrei dovuto salite un bel pezzo prima, di la da quel canale. Ma ormai sono qui, che faccio? La traccia per la cima non è segnata e ora sono già immersa nella nebbia.
Vigliaccamente non me la sento di salire. Kyra non aiuta, corre dietro alle pecore e con la paura di perderla decido di legarla ma la lunghina si incastra sempre nelle rocce e la progressione non è assolutamente agevole.
Quando ormai di pecore non ce ne sono più la slego anche perché ora siamo sul ripido andante. Qualche anarchica solitaria ovina la incontriamo ma ora il mio NO sembra funzionare e Kyra rimane vicina pur con dispiacere.
La cima non si vede, non si vede nulla. Ormai sono troppo a destra, l'unica speranza è che ci sia un sentiero che possa risalire la montagna anche da quella parte per cui continuo a camminare parallela alla cresta.
Arriva la fine. Della montagna e della salita. Il sentiero scende. Ok, da qui si va alla capanna Como. Niente da fare, la cima per oggi non c'è. Da questo versante non si sale. Non mi passa neppure lontanamente per la testa di tornare al bivio e salire per prati, ormai sono stanca e la nebbia persiste.
Scendo. Arrivo al canale ripido e inizio ad avere dei giramenti di testa. A dire il vero la testa gira sempre e quando mi rendo conto che sto in piedi solo perché ho i bastoncini decido che è ora di pappa. Non ho fame ma il mio corpo ne ha bisogno. Kyra si siede tranquilla vicina a me, io inizio con un cucchiaio di insalata di riso, poi un altro e man mano che li mando giù la fame arriva. Finita la mia abbondante porzione mi sento molto meglio. Una bella manciata di croccantini a Kyra e poi scendiamo.
Segno bene il punto di salita, chissà mai che in un autunno in cui sono particolarmente allenata e le giornate iniziano ad essere più limpide non si possa tornare.
Scendendo arriviamo ai prati (ripidi) dove il sentiero non si vede. Non voglio sbagliare perché ora la stanchezza inizia a farsi sentire, per cui guardo spesso Gipsy; Kyra però si spazientisce: ci penso io mamy! Occhio Kyra che non voglio sbagliare! Tranquilla mamy, sono un cane io!
Si, però sbagli spesso tatina mia, ma tengo per me l'ultimo commento.
Dopo qualche tornante ci troviamo su una roccia. Non si scende. Controllo Gipsy e vedo che il sentiero è spostato a destra.
Te lo avevo detto Kyra!
Ma sembrava proprio di qui!
Si, è vero, sembrava … cosa vuoi, metterti a discutere con un cane?
Attraversiamo mamma!
Non se ne parla neppure! Non ho 4 zampe e soprattutto non sono piccola e agile come te, si torna!
Va bene mamy, ma non sei arrabbiata, vero?
Certo che no amore mio!
Come mi giro vedo il segnale, risaliamo di poco e riprendiamo il sentiero. Alternandoci un po' alla guida arriviamo alla piana che conduce al torrente. Entrambe siamo piene dei semi dell'erba e io non vedo l'ora di lavarmi gambe e braccia nel torrente; immagino che sia per questo che prendiamo il sentiero alto. Ci rinfreschiamo e poi via, a ravanare di nuovo per arrivare alla baita del pastore. I cani sono legati, i pastori non si palesano. Non so se dormono o sono in giro. Apprezzo in ogni caso che abbiano legati i cani per non infastidirmi, almeno immagino sia questo il motivo.
Ora è solo discesa. Cerco di tenere lontano dalla mente il pezzo con i tafani.
Fa caldo ma non troppo. Stanche ma non troppo. Un paio di piccole soste a bere e a cambiare le batterie di Gipsy e arriviamo al bivio con il rifugio.
E arrivano i tafani. Per brevi tratti sono risparmiata ma è una vera e propria tortura. Mozzicano che è un piacere, ce l'hanno soprattutto con il mio gomito sinistro e il dietro del ginocchio. Sarà a causa loro ma non sento la stanchezza e anche le contropendenze le faccio senza troppi problemi.
Nell'ultima pozza che incontriamo Kyra decide che è meglio pulire ben benino le zampette (sia mai detto che poi me le pulisci come l'ultima volta, vero mamy?) e intanto si rinfresca ben bene.
Ora esce il sole, è caldo. Ma niente rispetto al fastidio / dolore dei tafani.
Controllo Gipsy per capire dove salire sulla strada. Li spero di salvarmi ma non sarà cosi.
Arrivo alla macchina che siamo avvolti da una nuvola. Apro la macchina, accendo anche l'aria condizionata e poi mi infratto dentro a cambiare le scarpe.
Dura lotta con per cacciare fuori tutti i tafani e poi giù alla velocità … no, non della luce ma quella che consente la strada.
Considerazioni: gita molto bella, ambienti vari che partono dal pascolo, boschi poi alpeggi e infine montagna rocciosa. Devo ammettere che mi è piaciuta molto e non è escluso che ci torni a settembre, quando le giornata saranno (si spera) meno afose ma abbastanza lunghe da permettere la gita.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 844
Quota arrivo (altezza massima): m 2.375
Dislivello: m 1.800 circa
Tempo totale: 10 h 59 m compresa di soste e commemorazione
Km percorsi: 23,3 circa

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