mercoledì 24 febbraio 2016

Rifugio Elisa– m 1.525 – 24 Febbraio 2016


Prologo.
A Rongio ci sono stata più di una volta, vuoi che mi perdo? Non si sa mai, metti il navigatore!
Alla terza volta che mi perdo facendo lo stesso giro indicato dal navigatore capitolo, gli dico di riportarmi a casa e arrivata alla Guzzi vado a naso.
E capisco dove sbagliavo. Perché è vero che i navigatori ti fanno fare strade improbabili, però li, dove c'è quel canale, ero io che sbagliavo.
Ok, ho perso circa mezz'ora … è un problema? No, direi di no.

“Mamy, ma è lo stesso posto dove siamo andate poco dopo che sono arrivata da te, vero?”
Si, Kyra, te lo ricordi!
“Oh si, tu dicevi che era noioso mentre io sentivo tanti di quegli odori! E poi, ti ricordi quel muro di neve che avevo paura che non saremmo riuscite a passare?”
Ah si, il muro … quest'anno ci sarà molta meno neve e in ogni caso tu ormai sei una brava cagnetta alpinista con 3 anni di esperienza!
La vedo correre via, coda alta tutta contenta, muso a terra a sentire i mille odori, le mille storie che raccontano.

Confermo: la strada è noiosa. Ma almeno siamo in giro, in mezzo alla natura e con una bella giornata. Anche se non siamo al sole è caldo, qui è ora di mettere le mezze maniche e medito che la maglietta che ho nello zaino è anche lei con le maniche lunghe mannaggia!
Arrivo al bivio con la Gardata (al ritorno sbucherò da qui) e proseguo. Non è che oggi sia in gran forma e mi costringo a non fare soste prima di arrivare almeno a 1000 m slm
La mente vola, cerco di tenere a freno i pensieri negativi o le situazioni che mi mettono ansia e salendo da questa bella ma noiosa strada.
Sento parlare e incontro i primi due signori della giornata; sono seduti, stanno riposando e facendo asciugare le camice bagnate di sudore. Cortesemente saluto e mi sento rispondere: ma io la conosco! Ci siamo visti al Resegone! Una vita fa però! Ricostruita quella giornata facciamo 4 chiacchiere poi riprendo il mio cammino. Non ho voglia oggi di interagire e preferirei la solitudine. Ma come faccio se questo inizia a chiacchierare? Vengono anche loro all'Elisa e mi immagino una discesa insieme … uffa, non ho proprio voglia!
E' arrivato finalmente il momento della mia pausa: ma se quelli mi raggiungono? Non sono antipatici, assolutamente, sono proprio io che non ho voglia.
Non arrivano e io riprendo più tranquilla. Non mi ricorderò di loro fino alla discesa.
Sono stanca. Ecchecavolo: come mai? Saranno 1000 max 1200 m di dislivello! Probabilmente non sono in giornata ma ormai sono in ballo e continuo a ballare anche perché, vedendo come è felice Kyra mi rincuoro e la stanchezza passa.
Arriva il primo strappo con la neve. Dura ma non troppo, anzi, direi perfetta.
Kyra è sparita. La chiamo. Non risponde. La chiamo ancora. Niente.
Urlo di nuovo, tra l'arrabbiato e il preoccupato. Sento una voce femminile che mi dice “E' QUI!”
Immagino che sia di la da questo muro e che li ci sia il rifugio. Salgo. Ma poi penso che no, Kyra deve stare vicina a me. La chiamo ancora. Arriva correndo giù dal bosco mi si affianca da qui in poi non mi lascerà più. Chissà cosa c'era di cosi tanto interessante?
Intanto io ho scoperto di sentire “le voci” perché salita sul muro non solo non c'è il rifugio, ma non c'è proprio nessuno!
Mah, sarà la stanchezza.
Ora si alternano pezzi di neve ghiacciata a pezzi puliti. Ci sono tratti di pochi metri ma ripidi dove salire non è un problema ma a scendere mi farà venire i sudori freddi, mi sa che metterò i ramponcini perché non ci affondo neppure il tallone.
Ultimo strappo, ora l'ho visto il rifugio, è proprio qui dietro. E meno male perché ora sono davvero stanca. Perché non ho fatto una sosta? Bella domanda. Forse per non beccare i due tipi. Molto più probabilmente perché ho in testa le parole del mio mentore che “non ci si ferma mai, non si mangia mai, non si bene mai” … eccheca....
In ogni modo sono arrivata. La panca è pulita e asciutta, peccato che il sole ora sia nascosto dalle nuvole promesse dalle previsioni. Inizia anche a fare un po' di freddo e dopo essermi coperta inizio a mangiucchiare qualcosa.
E' bello qui. Dietro di noi la Grigna e davanti il lago con il promontorio del San Primo. Mi rendo conto che non c'è alcun rumore. D'estate senti l'acqua che scorre, un uccello che canta, un insetto che passa. D'inverno, cosi come sui ghiacciai d'estate, il silenzio è totale. E io lo adoro. Lo ascolto, lo assaporo e me lo godo.
Ma fa freddo. Mi alzo per guardarmi un po' intorno e mi rendo conto che Kyra ha visto qualcosa giù da quel pendio, piuttosto ripido e con neve ghiacciata. Ecco, questo non deve succedere: la chiamo e lei non mi risponde perché è presa da quello che ha visto. L'ultima educatrice che ho contattato mi ha detto che questo non è un problema, che non devo mettere Kyra nella situazione di eventuale pericolo … certo, la legavo appena arrivata in cima e lei non avrebbe visto quella crosta di formaggio che qualcuno (grrrrrrrrrrr) ha lanciato li qualche giorno fa. Torna tutta contenta, con la sua preda stretta in bocca. Cerco di togliergliela ma lei non è d'accordo. Approfitta di un attimo di mia incertezza per prenderle meglio la bocca e con due morsi la manda giù.
SE BECCO QUELLO CHE BUTTA VIA LE CROSTE DI FORMAGGIO PERCHE' TANTO LE MANGIANO GLI ANIMALI MANDO GIU' LUI A FARE DA CIBO ALLE BESTIOLE!
Permettetemi qui una piccola divagazione perché in discesa troverò un sapientone che si permette di lasciare i suoi rifiuti sul sentiero perché tanto la notte il camoscio li mangia:

Cosa mangia il camoscio?
Il regime alimentare del camoscio è basato sull'erba ma la sua dieta varia a differenza delle piante da una stagione all'altra, da un anno all'altro. Predilige le piante erbacee e in particolare le graminacee e il tasso. Durante la stagione estiva il camoscio mangia anche erica, muschio, licheni.

Ecco, per cui piantiamola di lavarci la coscienza quando lasciamo i nostri rifiuti sui sentieri e sulle cime: GLI ANIMALI DI MONTAGNA NON SONO IN UNO ZOO DOVE SI PORTANO LE NOCCIOLINE ALLE SCIMMIE!
Torniamo a noi. Decido di scendere, voglio passare dalla Gardata e da li il sentiero è un pochino più lungo. Inizio la discesa ma come presupponevo, non entra il tallone nella neve ghiacciata. Quando mi rendo conto che scendere non è solo una tortura lenta, ma diventa anche pericoloso per una imbranata come me e tenuto anche conto che sono anche da sola, risalgo qualche metro fino ad un pianoro e metto i ramponcini. Ora scendo molto meglio, più sicura dei miei passi e quindi anche più serena. Fatti i primi pezzi ghiacciati chi ti incontro? I due signori: apperò … ce ne hanno messo di tempo! 4 chiacchiere poi io giù e loro su.
Il bivio per la Gardata non lo avevo visto all'andata ma è subito dopo la casetta con la meridiana. Non ci penso neanche un momento e lo prendo, con la gioia di Kyra (lei ama i nuovi sentieri!) Ho i ramponcini in mano ma ora immagino che non mi serviranno più per cui li lavo come posso al primo pezzetto di neve e li rimetto nello zaino.
Proseguendo il sentiero diviene davvero sentiero, una flebile traccia nel bosco. Poi devo ringraziare i segni gialli sugli alberi e le peste nella neve, che ora è costante. Neve ghiacciata. Scivolo. Ma porca... … mi rialzo, tutto bene, ho un buon supporto sul fianco dove ho battuto. Ramponcini? No dai, aspettiamo. La situazione però peggiora, dove non c'è neve ghiacciata c'è fango scivoloso e la pendenza del sentiero aumenta. Ad un certo punto lo perdo anche. E ora? Uffi, non ho voglia di risalire. Vado un po' di qui e di la, ovviamente in questo punto niente neve, niente segni. Che mi debba infilare in quel canale? Non ci sono alternative per cui mi infilo e poco dopo vedo il cartello bianco e rosso. Respiro di sollievo. Ancora un po' di acrobazie e poi il sentiero si fa largo, la pendenza diminuisce, arrivano gli aghifoglie e questo mi fa capire che siamo vicino alla Gardata che, per chi non lo sapesse, è una casa.
Sosta. Ho sete, ho finito la tisana e ora devo sfruttare l'acqua che ho portato per Kyra, meno male lei non sembra avere sete, io invece dovrò iniziare ad appesantire lo zaino con un'altra bottiglia.
Da qui alla grotta il sentiero è una autostrada e a parte i due tizi con cui riesco pure a litigare (ma che vuoi, hanno messo un bell'asciugamano sulla roccia prima di sedersi … loro si che sono montanari doc!) per la questione dei rifiuti buttati li in mezzo al sentiero.
Per fortuna non me la prendo più di tanto, mi passa subito e mi godo la discesa con la mia tata.
Arrivati alla grotta bevo, non troppo perché è fredda ma abbastanza per togliere il senso di sete.
Ricordo che quando venimmo qui 3 anni fa c'era un ponte da cui si poteva entrare a vedere per benino il fiume e le vasche che creava. Kyra aveva paura e mi ha aspettato al ponte; questa volta invece Kyra è davanti a me e si infila nel sentierino. Solo davanti al passaggio cementato e sospeso è perplessa ma quando mi vede andare avanti viene con me. Un po' scettica però perché si guarda intorno, mi guarda e poi “Mamy, mi sa che io ti aspetto la al ponte” e se ne torna indietro.
Ha fatto dei passi da gigante da quando l'ho adottata e ora è davvero più autonoma, meno fifona e dove non reputa che per lei sia sicuro non ci sta. Sono strafiera della mia tatina!
Rientrando mi concedo il tempo di fotografare i fiori che stanno diventando copiosi, d'altra parte è primavera … ops, no, manca ancora un mese a primavera … cosi dice il calendario.
La prossima volta che torniamo qui vorrei andare alla Bietti, quella traversata mi ispira assai.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 400
Quota arrivo: m 1.527
Dislivello: m 1.222 circa
Tempo totale: 7 h 9 m compresa di soste
Km percorsi: 15,5 circa

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