martedì 4 dicembre 2018

Moregallo m 1.276 – 4 Dicembre 2018



Una incazzatura colossale per iniziare la giornata non è il massimo.
Cerco di non pensarci. Mi sentiranno quelli dell'azienda che il centro assistenza rappresenta.
Dai, non pensarci. Sono stronzi, peggio dei bambini dell'asilo.
E con questo ultimo pensiero lascio l'inghippo alle spalle e penso alla nostra camminata,
Salire da Sasso Preguda mi piace da morire e se posso, al Moregallo ci salgo da qui.
E' previsto vento da nord e in effetti lo trovo, ma non tanto.
Quello che non mi aspetto è il caldo. E' potente. Sudo e ho una sete terribile. Non aspettandomelo non ho portato molto da bere e questo un po' mi preoccupa.
Inoltre non sono allenata. Non mi basta la sosta al Sasso, mi devo di nuovo fermare prima di scollinare perchè proprio non ce la faccio. Mi mangio la mela cosi aggiungo gli zuccheri al potere dissetante del frutto e riprendo. Siamo sole solissime, è martedì per cui sono tranquilla anche sul versante cacciatori cosi lascio che Kyra scorrazzi dove vuole. Non ci sono troppi pericoli qui e Kyra è ormai esperta, mi auguro che non mi si butti giù dai dirupi … dai, scherzo. Lei ci si affaccia ma non si è mai buttata … fino ad ora.
Arrivare in cima con un ottimo tempo, nonostante mi senta fiacca ma soprattutto avere la cima tutta per noi è una sorpresa incredibile. Kyra se ne può andare in giro tranquilla, qui c'è un immenso prato (che è ancora verdissimo) e lei se lo gode tutto.
Stiamo per scendere che sento parlare: i primi due ragazzi della giornata! A dire il vero anche gli ultimi, non incontreremo più nessuno.
Chiacchieriamo un po' poi ognuno riprende la sua strada. Io torno indietro un pezzetto fino alla discesa per Sambrosera. Me la ricordavo brutta. Bene: è ancora più brutta! E senza bastoni … devo anche aver picchiato da qualche parte perchè mi sono ritrovata un morello grande una spanna sullo stinco … possibile che non me ne sia accorta?
Sambrosera è una sosta ambita e anche rinfrescante. Riempio sia la bottiglia di Kyra che il mio thermos e poi prendiamo il traverso che ci riporterà a Sasso Preguda.
Bello. Questo è davvero bello. Scorci sui laghi che con la giornata cosi bella regalano panorami mozzafiato.
Anche qui Kyra se la gode un mondo, anche qui non ci sono pericoli, anche qui non incontriamo nessuno.
Al solito bivio mi viene il dubbio che sia qui il sentiero che scende e che mi farà fare un anello più anello (evitando il più possibile di ripetere la strada del mattino) ma no, vado avanti e poco dopo incontro il cartello per Piazza Rossè.
In realtà porta a Sasso Preguda.
E scendendo incontro gente li a quella casetta che mi piace tanto che sta raccogliendo fieno. No, non è fieno, lo so, però raccoglie erba come fosse estate …
Quello che non ho detto è che stamattina mi sono ritrovata su un sentiero diverso dal solito. Strano, poi però penso che se è stato cosi segnalato ci sarà un motivo e siccome sono abbastanza stanca, non mi fido a fare il solito percorso e scendo il pezzetto di strada che mi ricongiungerà al sentiero.
Alla macchina il cane che ci ha abbaiato al mattino continua ad abbaiarci. Povero … però è anche fastidioso, mica ti sto entrando in casa!
Mi fermo un attimo all'Iperal che devo comprare una cosa e poi a casa, una bella doccia è quello che ci vuole e poi pappa per tutti.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 266
Quota arrivo massima: m 1.271
Dislivello: m 1.080
Tempo totale: 6 h 03 m compresa di tutto
Km percorsi: 10,2 circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: All'inizio si, dal Sasso in poi no, la si ritrova a Sambrosera





martedì 27 novembre 2018

Anello Capanna Mara m1.125 e Salita Monte Puscio m1.155 27/11/18


E' circa un mese che non ci muoviamo se non per i soliti giretti di una o due orette. Finalmente ha smesso di piovere e la terra si è un pochino asciugata … e noi abbiamo un impegno primo pomeriggio :( Fa niente, andiamo lo stesso, giro corto e collaudato. Partiamo da casa in scarponi e mangiamo alla Mara per scendere poi dall'altro sentiero. Incontrato nessuno fino alla Mara, poi persone meravigliose con cani o bici. 
Andare in giro in settimana ha il suo perchè, soprattutto se sono giorni di silenzio venatorio. 

heliSLaLenta & Kyra 

I dati secondo Gipsy: 
Quota partenza: m 368 
Quota arrivo massima: m 1.222 
Dislivello: m 936 
Tempo totale: 4 h 58 m compresa di tutto 
Km percorsi: 11,6 circa 
Percorso canabile: Si 
Acqua sul percorso: Torrentelli

martedì 23 ottobre 2018

Anello al Monte San Primo - m 1.681 – 23 Ottobre 2018


“Prenderai freddo” Sembra che stanotte abbia fatto freddo ma il sole è purtroppo sempre caldo per cui parto con l'unica accortezza dei pantaloni a tre quarti invece di quelli corti. 
Lascio la macchina al solito parcheggio, comodo per la discesa, e mi avvio verso l'imbocco per il Rifugio Martina. 
Perchè ho scelto questo giro, nonostante sia corto? Con una bella giornata autunnale, almeno nei colori, vale la pena di salire da qui. La balconata sul lago di Como con le relative montagne è eccezionale. 
Meno male che non ho lasciato la macchina qui perchè stanno tagliando gli alberi e mi sa che il parcheggio è interdetto, almeno durante la settimana. Sono passata ringraziando i boscaioli e con Kyra legata. Saranno gli unici che incontro fin quasi alla cima. 
Dopo il rifugio Martina, a cui si arriva tramite una strada cementata, le cose si fanno diverse. La strada si impenna e sarà cosi fino alla cima. Ripida. Ma ripida ripida. Non per nulla il sentiero è classificato come EE. D'estate non ci sono problemi, d'autunno se è asciutto tutto bene ma se solo ha piovuto ci penserei bene se salire o meno. (l'umano ha problemi, non il cane … ) 
D'inverno poi ramponi d'obbligo per ghiaccio (più probabile) o neve. In ogni caso lo consiglio in salita, per la discesa fate l'anello che abbiamo fatto noi. 
Come dicevo, poco prima della cima incontriamo un simpatico ragazzo con cui scambiamo 4 chiacchiere. 
In cima ci sono 3 persone. Cavolo, io pensavo di non incontrare nessuno! La signora ha paura dei cani, ma una paura “buona” e io mi allontano qualche metro. 
Lei parla … parla … parla … racconta del figlio, dei suoi problemi lavorativi, del fatto che ora non ha più nessuno con cui andare in montagna e perchè … e poi scopro che l'accompagnatore della mamma è proprio il figlio … Fossi stata nei panni del figlio l'avrei azzittita alla prima frase lui invece la lasciava parlare e non diceva nulla. Poi si avvicina a Kyra, inizia a farle le coccole cosi ne approfitto per farci 4 chiacchiere. Come si dice … chapeau! Deve essere un bel rapporto se lui lascia che la mamma si sfoghi cosi a parlare di lui come se non fosse presente. L'ho ammirato cosi come ho invidiato (solo in parte) la mamma per il bel rapporto che hanno loro due. 
Ogni tanto intervengo, soprattutto quando parlano male dei rifugi per spiegare che hanno spese che loro neanche immaginano … e scopro che il ragazzo con cui la mamma si sfogava è un mio compaesano! 
Siamo in 1.700 e me ne trovo uno in cima al San Primo! 
Mangiamo, Kyra fa una conquista dietro l'altra (si, perchè arriva altra gente!) e poi con calma scendiamo. 
Alla bocchetta altre conquiste e altre coccole e altre chiacchiere. 
Poi, visto che l'impianto per portare su le MTB è chiuso, passo per il bosco. Complice lo spesso strato di foglie e un albero caduto, perdo il sentiero. Seguo il filo messo dall'organizzazione delle MTB? Mhhh, no, non mi convince. Vado giù per il bosco? No, grazie. Proseguo in trasverso? Ma se invece tornassi su dove ho lasciato il sentiero per superare l'albero caduto? A volte il cervello funziona e cosi ritrovo il mio bellissimo sentiero. 
Macchina. 
Gelato. 
Ci sono solo 17 gradi ma il gelato che lo siamo proprio goduto lo stesso. 

heliSLaLenta & Kyra 

I dati secondo Gipsy: 
Quota partenza: m 1.112 
Quota arrivo massima: m 1.689 
Dislivello: m 675 
Tempo totale: 4 h 42 m compresa di tutto 
Km percorsi: 8.3 circa 
Percorso canabile: Si 
Acqua sul percorso: No, se va bene qualche pozza per abbeverare le bestie

venerdì 21 settembre 2018

Passo di Vicima m 2.234 Lago – Lago di Bernasca m 2.140 – 21 Settembre 2018




Omesso il bivacco di Bernasca nel titolo per evitare di renderlo troppo lungo … e perchè mi ha fatto un po' arrabbiare il cartello trovato la. Nelle foto il commento dedicato.
Questa gita nasce proprio da questo bivacco, nella Valtartano che amo tanto e che non conosco per niente. Vado sul sito di Diska (www.diska.it ve lo consiglio!) e vedo che prima si sale al passo, poi si scende al lago e quindi al rifugio. 1.100 m di dislivello, non ho contato i 146 negativi perchè di solito non si risale e penso che si, si può fare.
Decido anche di seguire le spiegazioni di Diska. Se non lo conoscete, sapiate che con Diska NESSUNO si può perdere. Lui ti segna anche i tornati a destra e quelli a sinistra, le pietre, i rivoli … per farla breve, questa gita è stata stampata su 4 pagine!
All'inizio della valle trovo un bel divieto. Come al solito i cartelli sono messi in modo che non fai in tempo a leggere quello che c'è scritto, probabilmente l'orario e la zona del divieto per cui salgo un po' in apprensione. Inoltre i miei navigatori non mi danno né Campo Tartano figuriamoci la frazione di partenza per cui ho il timore di toppare direttamente all'inizio.
Invece, vista la descrizione super dettagliata, riconosco il posto. Decido però di andare al parcheggio successivo. Ma non ho letto bene la relazione e non lo trovo. E mi trovo il blocco per lavori stradali.
Torno indietro e parcheggio al primo posto che avevo incontrato anche se sulla strada.
Kyra deve stare legata perchè siamo proprio sulla provinciale. Io mi metto i miei scarponcini nuovi (ho capitolato dopo anni, più che altro mi mancava il vibram …) e partiamo.
Incontro due signori belli e simpatici e siccome non c'erano cartelli alla base (avrebbero dovuto esserci) chiedo a loro. Ridono. E' lunga! mi dicono entrambi. Lui mi spiega la strada, allora c'è stato? No, pero conosciamo. Sono teneri.
Ringrazio, saluto e via. Loro mi dicono di svoltare a sinistra ma io svolto a destra, voglio vedere dove era l'altro parcheggio e cosi mi leggo anche meglio la relazione: con la macchina dovevo girare in una strada laterale. Trovo il parcheggio … e Kyra fa i suoi bisogni. Ma porca paletta, non potevi aspettare nel bosco? Raccolgo nel mio sacchetto e cerco un cestino. Che non trovo.
Mi incammino fino a trovare il bivio dove sarei arrivata se salivo a sinistra. Nessun cestino. Allora metto il mio sacchettino li in mezzo ai cespugli con l'intento di prenderlo al ritorno.
Iniziamo finalmente la nostra gita. Il primo pezzo è nel bosco, un bellissimo bosco, fitto ma con un sentiero molto ben tracciato. E ci credo, da qui salgono le mucche quando caricano gli alpeggi e ci scendono pure quando tornano a valle.
Quando si esce dal bosco si incontra una “strada” che ha ben poco di una strada per cui non è noiosa a salire. E poco dopo iniziamo a vedere le mucche al pascolo, la valle si apre e ti si apre anche il cuore. Kyra al guinzaglio fino a che non siamo abbastanza lontane dalle mucche e continuiamo a salire. La strada termina praticamente alla testata della valle. Ultimo strappo e si è al colle. Vento. Freddo. Una goduria. Metto per 5 minuti il pile, faccio qualche foto e mi godo l'ambiente. Il lago ancora non si vede per cui riprendiamo la camminata.
Quando il lago sbuca fuori rimango incantata: è davvero molto bello! Li in fondo si vede anche il rifugio e non mi sembra troppo lontano per cui decido di andare li a mangiare.
3 ore e 40 per arrivare con due piccole soste. Non è vicinissimo e ho anche fatto mente locale sul fatto che mi toccherà risalire per cui ai 1.100 si dovranno aggiungere i 146.
Ormai non è più tempo di dire speriamo di farcela. Vorrà dire che faremo delle soste in discesa per riposare.
Questo bivacco dicono che serve per emergenza. Ma la chiave è in fondovalle. Dice che non ci possono entrare i cani, ma so che sono praticamente obbligati a mettere questo cartello. Non sarà che anche la faccenda dell'emergenza sia per risolvere qualche problema burocratico?
Cmq io non posso entrare, non che mi serva vista la splendida giornata.
Mangio. Kyra ha preso un brutto andazzo che è quello di chiedere cibo umano. No, piccola, ti fa male, li c'è la tua pappa per cui da ora in poi niente più cibo umano. A ognuno il suo. Io mi metto forse a chiederti un croccantino? No, e quindi tu non devi più chiedere nulla, come facevi fino a qualche mese fa.
Un po' di foto e poi ci rimettiamo in moto, ci toccano i 146 m di salita.
Non pesano molto a dire il vero. Dal colle in poi sarà tutta discesa. E mentre scendiamo vedo la prima persona della giornata. Dall'altra parte della valle sento qualcuno che parla. Lo cerco e finalmente lo vedo e mi chiama: ha visto delle pecore? Urka! No, mi dispiace, di la non ci sono, almeno fino al rifugio. Arrivo dalla ragazza e scopro che è con il pastore. Praticamente ha portato li pecore da un'altra valle e queste sono scappate. Questi si che sono problemi perchè ne hai di strada da fare quando non hai idea di dove possano essere andate.
Poi incontro un ragazzo che non mi sembra italiano ed in effetti non riusciamo a parlare, peccato.
Kyra non si lascia scappare un fischio di marmotta. Corre 2-300 m e poi lascia stare. E per quelli che “povere marmotte” faccio presente che la marmotta fischia per me prima ancora di vedere il cane.
Cerco di tenermi sul sentiero dell'andata che qui un po' si perde (viva il GPS!) e ci ritroviamo sulla strada.
Era tanto che non mi succedeva ma ho visto una marmottona ad una decina di metri. Indecisione totale: prendo Kyra, cerco di fotografarla … non ho fatto in tempo a fare ne una né l'altra cosa, peccato.
Nelle foto troverete poi dei commenti ai vari luoghi incontrati io vorrei solo far presente che Diska ha ben detto di fare attenzione a dove si entra nel bosco dalla strada perchè la strada finisce in niente.
Solo che non mi sembrava di essere stata cosi veloce e cosi mi ritrovo nel niente.
Risalgo, ormai è pomeriggio e il caldo è potente (si era stati cosi bene fino ad ora!) ma ritrovo l'ometto che mi fa entrare nel bosco. Spero in un po' di fresco ma all'inizio il bosco è rado e fa caldo lo stesso.
Ci fermiamo un attimo, ber bene più che altro ma mi rendo conto che sedermi è una goduria e questo mi fa capire che sono stanca.
Poi. Poi capita quello che non doveva capitare.
SONO CADUTA !!! FACCIA AVANTI !!! E AVEVO LA MACCHINA FOTOGRAFICA AGGANCIATA SUL DAVANTI DELLO ZAINO !!!
E' stato tutto al rallentatore. Il piede sinistro inciampa, metto avanti il destro per bilanciarmi ma inciampa pure quello. Inizia la caduta che capisco non si può più arrestare. Penso subito alla macchina fotografica cosi allungo le braccia (cosa che si dovrebbe sempre fare ma a ma non viene poi cosi spontaneo) e cerco di cadere sulla destra, la macchina è sulla sinistra. Sento subito il labbro che si spacca e il ginocchio sbucciato e il dito destro che ha attutito il colpo. Non so come sta il pollice ma per adesso non me ne preoccupo. Sto ferma un secondo per capire che sono ferma e la caduta non continua. Mi guardo e capisco che è andata bene, la macchina fotografica non dovrebbe aver subito colpi. Intanto Kyra torna indietro e mi si mette proprio dietro. Non so se a volermi consolare o difendere da eventuali persone (???) che potrebbero passare. Mi siedo e poi mi alzo. Sento il sapore del sangue in bocca. Mi accorgo che il pollice è arrossato nella parte verso il polso ma … la macchina fotografica??? Mi fermo ancora un po' traballante e la provo. Si accende. Ma funziona? La provo. Funziona. Guardo la foto fatta, funziona. Un sospiro di sollievo e posso mandare i mille accidenti al labbro spaccato, al ginocchio sbucciato e al pollice che non ho ancora ben capito se ha danni.
Mi pulisco e scendo, stavolta con più attenzione. Un'attenzione che non mi lascerà più fino alla macchina.
Recupero il mio sacchettino che butterò nel cassonetto al parcheggio.
Incontro ancora un signore che raccoglie legna e una signora ottantenne che vive nel borgo (grazie ancora della chiacchierata)
Che dire. Sono rimasta incantata da questi luoghi. Valtartano da scoprire.

Tornata a casa mi chiama Giuliano che non capisce bene dove sono stata (ho sbagliato a dargli il nome del lago). E cosi mi dice che alla mia destra, arrivata al passo, avevo il Seleron, la montagna più alta della Valtartano e che da li c'è una cresta facile, anche se non segnata.
Ci sono rimasta male.
Poteva mica dirmelo prima che almeno gli facevo una foto?

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.146
Quota arrivo massima: m 2.236
Dislivello: m 1.277
Tempo totale: 7 h 48 m compresa di tutto
Km percorsi: 15,3 circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: Torrenti e lago e fontana


martedì 28 agosto 2018

Monte Cadelle m 2.483 - 28 Agosto 2018


Monte Cadelle: fatto!

"E' lunga, preparati!"
La relazione parla di tracce di sentiero e dalle foto sembra un deserto caldo e senza acqua.
Ma quando ho visto la foto dell'angelo in cima non ho potuto resistere cosi, preparate a far notte, ci siamo andate.
Per fortuna tutte le notizie erano errate. Non è per niente lunga, il deserto in realtà è solo un pezzetto (con anche una pozza per abbeverare gli animali) e lo spettacolo dalla cima eccezionale.
Quelle 10 persone che mi seguono su FB e il paio di amici che mi frequenta sanno che sto attraversando un momento difficilissimo, diciamo che dopo il 2012 questa è la cosa peggiore che poteva capitarmi. E la batosta è arrivata 3 o 4 giorni dopo che sono riuscita a chiudere definitivamente il contenzioso con la mia ex padrona di casa durato un paio di anni. Non posso rilassarmi un minuto, d'estate io vorrei sparire, anadre a viviere in un posto al polo nord dove non viene mai nessuno. Però, a differenza degli altri anni, sto riuscendo ad andare in montagna.
E ieri … mamma mia che giornata ieri! Me la sto godendo appieno oggi: cielo blu, verde dei prati e dei boschi, il grigio delle rocce, i laghi … Kyra felicissima e tante belle persone (a parte uno … pazienza)
La Val Tartano la frequentavo solo in inverno ma è un errore, d'estate riesce a essere meravigliosa. Mi sono avvicinata il più possibile con la macchina, nonostante la strada sterrata, proprio perchè: E' LUNGAAAAA ! E cosi ho parcheggiato proprio a inizio sentiero. Si può dire che fino ai laghi la conosco a memoria ed è bello riguardare i posti che di solito frequenti con le ciaspole. A dire il vero in estate ci sono stata almeno una volta, giusto al passo di Porcile e strano a dirsi, mi ricordo tutto.
In un attimo siamo al primo lago, sembra una pozza paludosa … ma guardate le foto del pomeriggio!
Arrivare al secondo è un attimo ma quando arrivi al terzo … mamma mia che bello! Kyra è andata subito a fare il bagnetto, io mi sono messa a chiacchierare con due ragazzi pescatori, proccupati che Kyra potesse cadere nel laghetto (un paio di metri di altezza) ma loro non la conoscono la mia tata!
Pesci non ne hanno trovati, solo roba piccola. E devo dire che la “roba piccola” era davvero abbondante (vedi foto).
Salutati anche loro si va al passo. E li si guarda su Foppolo. E le mie paure iniziano e declinare perchè la mia cima è segnata sui cartelli. E se è segnata vuol dire che è anche tracciata. E se è tracciata ho poche possibilità di perdermi ^_^
Attraversiamo un bel gregge di pecore, Kyra legata al guinzaglio che da i numeri, uno dei tre cani del pastore (che chiacchiera al telefono) ci viene incontro incuriosito; è un cucciolo, un amore di cane … ma Kyra è troppo fuori di testa per le pecore e gli asini per cui cerco di andare via veloce.
La ripida salita in realtà è piuttosto corta e sono in cima. Di già????
3 ore. Alla fine per una serie di motivi che non sto a raccontare ho fatto solo 2 micro soste per bere per cui le 3 ore sono secche.
Ci sono due persone salite con un bellissimo anello dalla bergamasca che sono sedute in un arco di roccia a mangiare. Si sono rifugiati li per il venticello e mi lasciano il posto per andare a sdraiarsi. Effettivamente li dentro si sta bene ma di mangiare non ne ho nessuna voglia, solo qualche biscotto (che poi mi rimane pure sullo stomaco) e poi vado a chiacchierare con un signore che avevo già visto in salita. Piacevoli chiacchiere di vetta. Kyra coccolatissima, più di cosi non poteva pretendere.
Ora di scendere, con calma, chiacchiero con chi incontro, ci fermiamo al terzo lago per bagno e pediluvio e poi giù, sempre con calma.
A 5 minuti dalla macchina c'è un tavolo all'ombra e mi fermo a mangiare. Riprendendo il cammino ritrovo l'amico con cui ho chiacchierato in cima. Salutandoci alla macchina mi ha detto una cosa bellissima: è stato belle rivederti, spero che i nostri passi si incrocino ancora.
Ecco, come rendere una bella giornata meravigliosa.



Un po' di storia
Luglio 1987. Dalle latitudini artiche una grande massa di aria fredda scende veloce verso l’arco alpino, sul quale staziona una massa di aria molto calda ed umida. Risultato: il barometro precipita, ma, per una concatenazione assai rara di fattori, non precipita la temperatura (lo zero termico rimane inchiodato a 4000 metri). Dal pomeriggio di venerdì 17 luglio sulla Valtellina comincia a piovere a dirotto, in una rapida sequenza di temporali estivi. Piove con eccezionale intensità sul fondovalle, sui versanti montuosi, ma anche sui ghiacciai più alti: non è solo l’acqua del cielo a precipitarsi sul fondovalle con il rombo sordo di torrenti limacciosi ed impazziti, ma anche l’acqua che si libera dalla morsa di nevi e ghiacci: tutto ciò concorre ad imprimere una forza d’urto eccezionale anche a corsi d’acqua ritenuti inoffensivi. L’acqua vien giù a rotta di collo dai versanti, che non riescono più ad assorbirla o a drenarla.
E viene il sabato 18, un sabato preannunciato come tranquilla giornata di partenza per le vacanze programmate da molti. Non è così: dal pomeriggio si comincia a realizzare l’eccezionalità della situazione. Dopo i primi allarmi dall’alta valle, arriva una prima tragica notizia, c’è un grosso smottamento a Tartano, forse ci sono anche delle vittime, e poi le notizie più precise: alle 17,30 un'enorme massa d'acqua, massi, alberi e fango è precipitata sul condominio "La Quiete”, all’ingresso di Tartano, si è portata via la strada sottostante e si è abbattuta sull'albergo "La Gran Baita", uccidendo dodici persone. Nove i dispersi (anche loro dovranno essere annoverati fra le vittime, ventuno in tutto). È solo l’inizio della tragica decade che dal 18 al 28 luglio mise in ginocchio la Valtellina.
C’è una cima dedicata alla memoria di quei tragici giorni, ed in particolare alla tragedia della Val Tartano: si tratta della cima delle Cadelle, o monte Cadelle (“scima de lì cadèli”), sull’angolo sud-orientale della valle, fra Val Lunga e Val Brembana, nel punto in cui si incontrano Val Lunga (Val Tartano, Val Madre e Val Brembana. Su questa cima, a 2483 metri, è stata collocata, nel 1987, la statua dell'arcangelo Gabriele (conosciuta come l’angelo delle Cadelle), con il volto trifronte, che guarda in tre diverse direzioni (sud, Val Brembana, nord, Val Tartano, est, Valmadre), e veglia sui due versanti orobici, perché non si ripetano gli eventi che hanno luttuosamente segnato la Val Tartano.
Tratto da:
http://www.paesidivaltellina.it/valtartano/cimacadelle.html


heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.507
Quota arrivo massima: m 2.490
Dislivello: m 1.030
Tempo totale: 7 h 44 m compresa di tutto
Km percorsi: 11,1 circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: Laghi e torrentelli fino al passo, poi nulla fino alla cima


mercoledì 22 agosto 2018

Rifugio Carate Brianza m 2.636 e Bocchetta delle Forbici m 2.650 – 22 Agosto 2018




La meta era il Monte delle Forbici ma non ci siamo arrivate per tutta una serie di motivi. Però il rifugio accetta i cani e cosi mi è venuto in mente un bell'anello da fare l'anno prossimo.
Io qui c'ero stata taaaaanti anni fa, era il mio primo trekking (perchè io ho sempre inteso un trekking quando sto via più giorni mentre oggi lo intendono per un giorno solo … ) e io qui ci sono salita lasciandolo però a lato senza dormire perchè la mia meta era la Marinelli. Me lo ricordavo immerso nel bosco … che ricordi strani … non c'è un albero neanche a pagarlo …
Sono andata a cercare le foto, era il lontanissimo 1995, vale a dire ben 23 anni fa … e mi sono confusa con il Rifugio Mitta che però non ho visto salendo quest'anno in quanto abbiamo fatto un'altra strada.
Inutile dire l'emozione di rivedermi nelle foto di 23 anni fa. Non so se tornerei indietro, è stata troppo difficile la mia vita per avere voglia di riviverla. Preferisco essere qui ora e cercare di vivere più serenamente quello che mi resta.
In poche parole, complice anche una meteo non meravigliosa e un temporale pomeridiano che ci aspettava, ho rinunciato alla cima.
Ci torneremo, è una promessa.

Lalla, Desy, heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.952
Quota arrivo massima: m 2.670
Dislivello: m 810
Tempo totale: 5 h 53 m compresa di tutto
Km percorsi: 11,9 circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: Torrentelli


martedì 31 luglio 2018

Lago Rotondo m 2.256 - 31 Luglio 2018


Troppo tardi per un racconto (magari un domani … ) e per preparare le foto.
Metto la gita solo per avere il blog aggiornato.
Buone camminate

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.453
Quota arrivo massima: m 2.269
Dislivello: m 970
Tempo totale: 8 h 13 m compresa di tutto
Km percorsi: 14,8 circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: Si, laghi e torrentelli


mercoledì 25 luglio 2018

Albigna che passione! – 25 Luglio 2018



Giuliano vuole tenermi compagnia in questa giornata che è quella prima di domani. Che ovvietà, direte voi, ma per me domani è una giornata molto ansiosa.
Lui conosce tutto. Tutte le montagne. E sa che l'Albigna è spettacolare anche se si va solo al rifugio. Si, certo, c'è la funivia da prendere che ha un costo non indifferente (ancora più cara se paghi in euro :( ) ma per una volta si può fare.
Oggi non vogliamo fare dislivello ma semplicemente rilassarci in un ambiente fresco e magnifico.
Partiamo con calma, facciamo tutte le nostre compere con calma (con la sottoscritta che perde il portafoglio … attimi di adrenalina pura e poi lo ritrova sul sedile dietro della macchina, con Kyra).
E saliamo. Kyra è stata bravissima. Una delle mie preoccupazioni era la museruola ma non ce l'hanno nemmeno chiesta. L'abbiamo messa in mezzo a noi, su quella funivia da 8 posti si sta tutti seduti, e lei si è comportata benissimo.
La giornata è spettacolare … e calda, ma appena scendiamo (siamo a quasi 2.000 m) l'aria fresca si fa sentire.
E il cicerone inizia a raccontare. Lui ha salito molte vie qui, le altre le conosce. Conosce tutte le cime almeno per nome e molte le ha pure salite. Le difficoltà non sono mai banali, io non potrei salirne nessuna, e ascolto affascinata i suoi racconti.
Quando arrivi alla diga il panorama si amplia e ti appare il circolo di montagne che compongono l'area dell'Albigna. Uno spettacolo che da una parte che ti lascia senza fiato, dall'altra ti rendi conto della situazione dei ghiacciai e ti viene una stretta allo stomaco.
C'era una domanda che ci chiedevamo sempre quando passavamo da quelle parti: come arrivava l'acqua della diga al lago sotto e alla relativa centrale elettrica? Da fuori non vedi nulla!
Un cartello esplicativo indica il tunnel fatto scavando il granito. Che opera!
Saliamo con calma, foto piccole soste. Nonostante sia un giorno di settimana di gente ce n'è in giro tant'è che arrivati al rifugio ci allontaniamo un po' per cercarci il nostro angolo di paradiso. Ci sediamo, mangiamo, chiacchieriamo, fotografiamo. Kyra sempre cagnolina perfetta.
Ogni tanto vediamo qualcuno che ci supera e prosegue lungo il sentiero ma la vera sorpresa l'abbiamo quando ci avviamo per tornare al rifugio: la nostra idea l'hanno avuta in tanti e intorno a noi ci sono molti pic nic in corso.
Sono parecchi anni che ho delle monete svizzere e decido di offrire il caffè. E' una bevanda al sapore di caffè che però a me piace … solo che non mi aspettavo di spendere 9 franchi per due caffè … ci arrivo al pelo e con questo torno al mio monito: vai in svizzera ma non comprare nulla! Oltretutto qui siamo in un cantone tedesco e la ragazza che ci ha fatto i caffè manco lo capiva l'italiano … è arrivata l'altra che ci ha tolto d'impiccio. A me sta cosa che gli svizzeri dovrebbero sapere tutte e tre le lingue ma non l'italiano non lo sanno mi fa imbestialire.
Scendiamo con calma. Alla Funivia c'è un simil labrador che deve scendere e io preferirei lasciarlo andare invece ci fanno salire per primi, poi una famiglia tedesca e poi i signori con il labrador. E' andato tutto bene nonostante i miei timori di avere due cani chiusi in un ambiente cosi ristretto. Sono stati entrambi bravissimi.
Arrivati a valle noi siamo stati gli ultimi a scendere. Passa la prima famiglia tedesca con labrador, poi passa la seconda. A nessuno è stato chiesto niente. Passiamo noi e il bigliettaio, che ci ha fatto il biglietto al mattino lucrando sul cambio, si è messo ad urlare uscendo dal gabbiotto: BIGLIETTI !!!
Ecco come sono visti gli italiani dagli svizzeri tedeschi.
Via … andiamo via per piacere altrimenti mi incazzo troppo.
Arrabbiatura che passa a Prosto a prendere i biscottini.
Poi gelato.
Poi … domani è un altro giorno e per la cronaca, la cosa che mi metteva tanta ansia è andata bene.

P.S. Giuliano, se vuoi mettere il nome di qualche montagna ... 


Giuliano, heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.198
Quota arrivo massima: m 2.392
Dislivello: m 1.200 circa … compresa la funivia ^_^
Tempo totale: 5 h 30 m compresa di tutto
Km percorsi: 11,4 circa
Percorso canabile: si, attenzione che di solito sulla funivia chiedono la museruola.
Acqua sul percorso: qualche torrentello


venerdì 13 luglio 2018

Monte Legnone – - m 2.610 – 13 Luglio 2018




Una classicissima, soprattutto per andare a prendere fresco, il maglione in cima è assicurato.
Sulla salita non dico nulla, ci sono mille relazioni e ne ho parlato tante volte pure io.
In ogni caso trovate qualcosa sui commenti delle foto.
Io ci salgo ancora perchè mi ricorda Rino. Morì pochi mesi dopo la nostra gita di novembre di infarto durante una sci alpinistica … una tragedia … 3 figli di 2, 4 e 6 anni.
Ma questa volta non sono salita volentieri. Mi piace questa salita, non c'è tanta gente oggi e i pochi che incontro sono simpatici. Ma ho una tristezza dentro infinita.
Sarà per quello che sto passando, si, sarà per questo ma oggi mi manca il mio compagno di gite. Quante volte mi ha accompagnato quassù, con il ghiaccio, con la neve, dalla direttissima … oggi mi manca la sua compagnia. Lo so che è la tristezza che ho dentro per quello che sto passando che mi fa sentire questo sentimento ma mi sto chiedendo se ha ancora senso che io salga quassù. Conosco la strada a memoria e per di più ho il problema di Kyra: prima con i camosci (è stato terribile scendere! Lei che gli abbaiava, loro che ci guardavano con curiosità e io che dovevo tirare per tenere Kyra al suo posto … ) poi con le mucche e con le capre.
Perciò prendetevi le foto e guardatevele bene perchè è molto facile che siano le ultime di questa salita.
Come ho detto prima ho incontrato gente bella, con cui ho chiacchierato volentieri sia sul percorso che in cima. Mi hanno tenuto tanta compagnia e non posso che ringraziarli per aver attenuato la mia tristezza.


heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.459
Quota arrivo massima: m 2.614
Dislivello: m 1.240 circa
Tempo totale: 8 h 30 m compresa di tutto
Km percorsi: 12 circa
Percorso canabile: Ni, le catene per arrivare in cima non sono semplicissime per tutto gli umani. Kyra (legata a me) senza problemi ma ci vuole un cane che non ha paura e abituato a questi ambienti.
Acqua sul percorso: No

venerdì 6 luglio 2018

Anello del Grillo – - m 1.934 – 6 Luglio 2018



Non è un giro da fare in questa stagione, penso mentre preparo la gita il giorno prima.
Non è un giro da fare in questa stagione, penso mentre parcheggio la macchina.
Non è un giro da fare in questa stagione. Si parte bassi e non si arriva poi neanche troppo in alto ma si sa, quando una cosa è entrata in testa da li non esce.
Al parcheggio trovo un simpatico signore (che fa il macellaio … ) che mi attacca un bottone che non finisce più. Con fatica mi sono alzata e partita da casa un'ora prima dell'altra volta e non vorrei perdere tutto il mio anticipo a chiacchierare anche se sono piacevolissime chiacchiere.
Chiedo se la strada per Uschione è quella con la barriera, tanto per fargli capire che devo andare, e meno male che ho chiesto perché non era quella :O ma quella di fianco che ha la sbarra poco dopo. Il signore (che fa il macellaio … ) mi dice che non mi sarei persa ma non so dove sarei finita.
Ci salutiamo e parto con Kyra felice al mio fianco.
Ovviamente prendo la strada bassa ed entro in paese, poco male. Risalgo fino al parcheggio delle auto che hanno il permesso ma non trovo più il cartello per il lago. A ottobre c'era, me lo ricordo benissimo. Dove diavolo è finito? D'altra parte è proprio da li che mi è venuta voglia di salire a questo laghetto … e me ne ha parlato anche il ragazzo che ha condiviso con me la discesa dal Bivacco Forcola!
E' una gita nuova per me per cui sono qui con la relazione la quale mi indica come meta intermedia Prato del Conte, indicata sul cartello. Ottimo, penso, da li ci penseremo.
Iniziamo la salita. Il bosco mi appare subito scuro, faccio anche fatica a fare foto nonostante non sia prestissimo. E' anche vero che non c'è il sole, dal punto di vista meteorologico l'ho azzeccata: giornata irregolarmente nuvolosa, con vento ma niente pioggia.
Man mano che si sale il bosco si chiude. Sarà che sono in apprensione perchè la relazione non è molto ottimista sul sentiero: fare attenzione qui, non è segnato di la … per me che sono una frana nell'orientamento è preoccupante.
E cosi arriva il primo intoppo. Passo delle baite ma il percorso non mi torna con la relazione. Torno, ravano un momento e poi ritrovo la strada.
Respiro di sollievo.
Proseguo alternando prati (dove avrei dovuto perdermi secondo da relazione) a boschi … e mi ritrovo ad un villaggio che immagino sia Prato del Conte. C'è una fontana e ci fermiamo a rifocillarci. Io sudo anche se non fa caldissimo e Kyra non si fa mancare la puciatina ad ogni pozza che incontra. Guardo l'altimetro. Non ci siamo. Ci sono più di 100 m di dislivello di differenza. All'inizio non ci faccio caso ma quando si deve ripartire ci ragiono: sono troppi.
Ora, io devo fare davvero attenzione ad andare in giro da sola perchè confondo le cose. Rileggo la relazione ma leggo il paragrafo sbagliato per cui vado a cercare quella baita in alto a sinistra … e guarda caso ho visto una bandiera lassù.
Mi inerpico sui prati appena falciati e arrivo alla baita sopra la bandiera. Bene, c'è una cartina, da qui passa il sentiero.
No, non passa niente. Cerca che ti ricerca il sentiero non c'è ma c'è un muretto che costeggia il villaggio e tramite quello riscendo fino a trovare il punto in cui sono entrata nel villaggio, aiutata dal gps. E ora? Rileggo la descrizione e vedo che dovrei trovare una indicazione che non ho visto. Allora torno verso la fontana ma di indicazioni nulla. C'è un sentiero ma va in piano mentre il mio deve salire. Mi convinco che devo essermi sbagliata. Ecco, qui viene fuori la mia esperienza e la mia fifa: non vado a ravanare e cercare il sentiero, torno indietro sulla traccia già percorsa fino al punto che indica la relazione.
Scendo … e salgo …. e scendo … e salgo … di strada ne ho fatta parecchia e inizio a pensare che tra poco mi ritrovo a Uschione quando vedo su un masso una scritta sbiadita. La guardo un po' per caso, io dovrei trovare un cartello oltretutto che mi indica dall'altra parte. Sta di fatto che mi fermo e cerco di identificare la scritta. Alla fine esulto: Pesceda! Io devo passare da Pesceda e quindi è qui che ho sbagliato!
Riprendiamo a salire. A Pesceda incontriamo i primi esseri viventi. Kyra, legata, abbaia a un'asina e al suo cucciolo che si alza spaventato ma non si muove dalla sua mamma … forse ha capito che Kyra è legata (e tanto non avrebbe fatto null'altro che abbaiare). Altri 3 asini che non ci considerano nemmeno e nessun altro.
Attraversiamo l'alpe e poi ancora bosco. Man mano che saliamo il bosco si fa più scuro, il sentiero più faticoso e inizio a riflettere che da qui forse è meglio non scendere visto che non ho neppure i bastoncini.
Prato del Conte. Ci siamo. Cartelli a gogò sia a Pesceda che qui che mi rincuorano.
Incontriamo una mucca. Bella e simpatica. Dapprima sentiamo la campana classica suonare, poi compare lei. Ci segue. Ovviamente Kyra non è molto contenta.
NO, tu con noi non vieni!”
Daiiii che sono qui da sola!”
Ho detto di no”!
Va bene, vado a brucare un po' di erba, buon viaggio”
Ecco, sembra proprio questo il dialogo intercorso.
Saliamo. Ora inizio ad essere stanca. Volevo fermarmi qui a bere ma mucca e Kyra non sono un buon connubio, devo aspettare un punto buono più in alto. Il bivacco! Non è proprio a due passi ma è un buon posto per sostare.
Il bivacco Scarlonzoo è sempre aperto, ha dentro l'essenziale ma è molto grande e in caso di maltempo direi che è ottimale.
Dopo esserci riposate 5 minuti riprendiamo la salita.
Il panorama cambia, il bosco si apre, appaiono i rododendri ancora in fiore, la pietraia.
Il percorso fatto fin qui è davvero selvaggio, sembra che non ci passi poi tanta gente eppure non ho fatto fatica a trovare la relazione.
Vorrei fermarmi ma vedo lassù dei cartelli. Sono un po' demoralizzata perchè non vedo intorno a me la conca che potrebbe contenere il lago e di scollinare … mi vengono i brividi solo al pensiero di scollinare, il dislivello è parecchio a vedere da qui.
Mi sforzo per arrivare ai cartelli: Lago del Grillo 5 minuti … bene, penso, più di cosi non ce l'avrei fatta. Il sentiero devia a destra e li poco sopra si vede la conca: eccoci!!!! Non faccio in tempo a togliermi lo zaino che Kyra corre via di la dal lago al fischio della marmotta. La guardo con apprensione, questi massi presi di corsa mi preoccupano e attendo con ansia il suo rientro per verificare se sta bene.
Torna e bella tranquilla si fionda nel lago a fare il suo bagnetto. Mi farà morire di preoccupazione!
Come ho detto all'inizio, non c'è il sole e c'è un'arietta che aiuta non poco. Non dico che ho freddo ma direi che si sta benone.
Mangio qualcosina, quando sono cosi stanca non ho molta voglia di mangiare, e penso se sia il caso di scollinare e scendere dall'altra parte.
La relazione dice che il percorso è ripido e poco segnalato. E io guardo l'unico canale che vedo e ci sono solo massi per arrivare su. Non me la sento assolutamente.
Mentre inizio ad abituarmi all'idea di scendere da dove sono salita tiro fuori la relazione e la leggo: tutto il contrario di quello che pensavo di aver letto … ma porc … sono però cosi contenta che decido di andare a vedere quanto manca per scollinare. Il cartello dice 15 minuti e facendo due conti non possono essere più di 100 m di dislivello. E poi di la dal lago c'è un ometto grande quanto me … dai, non può essere cosi complicato (io che ne ho fatte di ogni … mi preoccupo … ma sono stanca e quando sei stanca devi tenere conto di tutto).
Il sentiero gira intorno a un promontorio, alzo gli occhio e la porta di ingresso alla valle è proprio li! Scendo all'alpe Mottaccio e da qui inizia la visuale della parete nord del Pizzo di Prata. Bella e imponente.
Per la storia che lega questa parete al suo primo salitore vi rimando al sito da cui ho preso la relazione, nella seconda parte la trovate: http://www.paesidivaltellina.it/chiavenna/laghettodelgrillo.htm
E da qui il paradiso. Non solo per la parete nord del Prata o per il balcone sulla Valchiavenna, ma per il sentiero! Bello, morbido e largo. Per il bosco meno cupo e più luminoso. Segnato anche qui scendiamo tranquille, meno acqua per i bagni della Kyretta ma scendendo dovremmo avere anche meno caldo.
Fino a che mi suona il telefono. Dai segnali degli sms arrivati so che ha preso praticamente per tutto il tempo. La telefonata è piuttosto importante per cui mi siedo a parlare e dura un po'. Mi ha messo fuori fase questa cosa e quando riprendo il cammino è probabile che non sia stata troppo attenta sta di fatto che mi trovo in un villaggio. Ma … questo è quello che abbiamo passato stamattina! Mi viene spontaneo. Solo che all'ultima casa, dove noi ci eravamo fermate, ricordate … con la fontana? Beh, la fontana non c'è. Il sentiero prosegue li a sinistra e proviamo a incamminarci.
Non sono convinta. La cartina (ok, è una Kompass, ma almeno la direzione …) dice che dovremmo scendere paralleli al sentiero dell'andata per cui torno indietro. Cerco di riprendere il sentiero da cui sono arrivata ma io non ricordo il punto esatto e il gps non mi è di aiuto. Da questo punto di vista non ho mai imparato ad usarlo bene. Riprovo ancora il sentiero a sinistra andando più avanti solo che invece di scendere verso destra sale verso sinistra. Inizio a preoccuparmi e la stanchezza si mette di mezzo e sento la crisi isterica che sta arrivando. La relazione non è di alcun aiuto e allora con calma riprendo il gps. Cerco di ampliare la visione della traccia sul piccolo schermo ma, come al solito, fa quel che vuole. Ormai sembro un animale in gabbia che non sa più dove andare e si ritrova sempre li. La crisi isterica è alle porte e allora mi fermo, respiro e cerco di ragionare. Il gps mi dice che qui vicino c'è la traccia di dove mi sono persa stamattina, queste case io le riconosco come quelle dove mi sono fermata stamattina (non chiedetemi dove è andata la fontana … mistero che non voglio risolvere) e in ogni caso è tutto bosco. Se mi muovo attraverso il bosco seguendo il gps trovo il sentiero.
Con la calma spesso si risolve, ho spento e riacceso la mappa del gps e ho seguito fino a ritrovarmi sul sentiero del mattino. Ok, ora è tutto a posto.
Respiro.
Anche la lunga deviazione del mattino ha avuto il suo perchè. Pesate se non l'avessi fatta … altro che panico mi sarebbe preso! Avrei dovuto chiamare il Soccorso Alpino dicendogli solo: ditemi per piacere dove devo andare per trovare il sentiero che scende … già fatto una volta e vorrei evitare la seconda.
Arriviamo a Uschione io stremata, Kyra che correva ancora come fosse primo mattino.
Sono scesa alla prima fontana per rinfrescarmi un attimo, prendere acqua che l'avevamo finita (anche quella di Kyra!) e poi ci incamminiamo verso la macchina.
E qui vedo il cartello del sentiero da cui dovevo sbucare se non perdevo la strada … e il senno.
Ok, ci dovrò tornare per capire dove sbuca.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy: (comprese le “deviazioni”)
Quota partenza: m 787
Quota arrivo massima: m 2.005
Dislivello: m 1.429 circa
Tempo totale: 8 h 36 m compresa di tutto
Km percorsi: 18,2 circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: un paio di fontane e qualche torrentello

I dati secondo Gipsy: (senza le “deviazioni”)
Quota partenza: m 787
Quota arrivo massima: m 2.005
Dislivello: m 1.275 circa
Tempo totale: 8 h 36 m compresa di tutto
Km percorsi: 13,5 circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: un paio di fontane e qualche torrentello